Se gioca col 4-3-3, vuol dire che non ha paura di giocarsela alla pari. Altrimenti opterà per il “suo” 4-2-3-1.
Napoli col consueto e collaudato 4-3-3 con Gabbiadini al posto di Milik e un unico dubbio: Albiol o Maksimovic. Dall’altro lato invece Spalletti ha dimostrato di avere più varianti e meno certezze. A partire innanzitutto dal modulo: 4-3-3 o 4-2-3-1 ? Proviamo ad analizzare le differenze e soprattutto i segnali che lancia sia nell’uno che nell’altro caso. Col 4-3-3 decide di mettersi a specchio e questo non è un buon segno per il Napoli perché vuol dire che non ha paura di giocarsela 1-contro-1 e percepisce nei suoi un ottimo stato di forma. In questo caso conteranno molto i duelli individuali: Jorginho-Perotti; Hamsik-De Rossi; Allan-Strootman; Koulibaly-Dzeko; Mertens-Peres; Callejon-Juan Jesus.
Col 4-2-3-1 invece va sulle sicurezze della propria squadra abituata a interpretare più spesso le gare con questo abito. Se Spalletti dovesse optare per questa seconda scelta, la contrapposizione tattica che ne risulterebbe sarebbe particolarmente interessante. In non-possesso il centrale dei tre che giocano dietro la punta si occuperebbe di Jorginho mentre i due frangiflutti davanti alla difesa, probabilmente De Rossi e Strootman, dovrebbero contenere le incursioni di Allan e Hamsik e lavorare molto sulle linee di passaggio per Gabbiadini. I due esterni dei tre che giocano dietro la punta invece, vale a dire Florenzi e Salah (o Salah e Perotti) dovrebbero tenere bassi Hysaj e Ghoulam e qualora non dovessero riuscirci dovrebbero rinculare davanti ai propri terzini per impedire il classico 2-contro-1 che il Napoli crea sempre sugli esterni.
Il gioco della Roma in possesso invece varia molto a seconda delle scelte degli uomini: se Spalletti sceglie una formazione offensiva con Salah-Nainggolan-Perotti dietro Dzeko allora l’obiettivo è obbligare i 4 difensori del Napoli a stare bassi e in allerta perché spesso si andrebbe a verificare un 4-contro-4 con Salah che attacca Ghoulam sul piede debole, Perotti che fa lo stesso dall’altro lato con Hysaj e Nainggolan che si inserisce senza palla affiancando Dzeko in avanti contro Albiol (o Maksimovic) e Koulibaly; se Spalletti sceglie l’equilibrio invece metterà Florenzi dal lato di Ghoulam, Salah dalla parte di Hysaj e Nainggolan dietro Perotti escludendo Dzeko il che, visto lo stato di grazia del bosniaco, appare improbabile.
Come sempre, conteranno molto gli obiettivi che i due tecnici si prefiggeranno e i mezzi con cui cercheranno di ottenerli. In pratica conterà molto chi obbligherà chi a fare cosa, dove le due squadre lasceranno giocare, in che modo e in quale direzione spingeranno il gioco dell’avversario, in quali zone sceglieranno di pressare e dove invece preferiranno stare sotto la linea della palla a fare densità. Conteranno molto quindi l’occupazione degli spazi, i tempi di giocata e le scelte che i calciatori effettueranno nelle singole situazioni.
A partita in corso le armi più affilate a disposizione dei tecnici per rompere gli equilibri saranno Totti e Zielinski. Il primo per il talento cristallino col quale può illuminare e condizionare una partita giocando anche da fermo; il secondo per il cambio di passo e velocità che può imprimere all’intera azione del Napoli.
Basta avere un po’ di pazienza e aspettare. Sabato sapremo.