I quattro rigoristi spagnoli avevano esperienza, l’allenatore li ha scelti subito. Mourinho, che con i rigori non ha feeling, ha fatto fatica a dare la lista
PER FAVORE, I RIGORI NON SONO UNA LOTTERIA
O roulette, fate voi. Non esiste la sorte, buona o cattiva che sia. Esiste il campo con i suoi infiniti fattori da analizzare, a partire dalla stanchezza di un match durato 146 minuti (record per una partita professionistica di calcio) fino ad arrivare agli infortuni/espulsioni. Nel mezzo tanto altro, con le statistiche a fare da supporto nel piano gara da attuare ex ante, da modificare in corso d’opera e da analizzare ex post.
Il punto di partenza sono i calciatori a disposizione dei due allenatori dinanzi l’incombenza della serie di tiri dal dischetto. Era evidente la discrasia qualitativa e di esperienza dal dischetto tra Siviglia e Roma dopo i tempi supplementari. Dei quattro rigoristi che hanno calciato per la squadra andalusa, Ocampos aveva un background di 16 rigori (14 segnati e 2 sbagliati), Rakitic di 32 rigori (24 segnati e 8 sbagliati), Montiel di 5 rigori (tutti segnati). Per la Roma solo Cristante e Belotti avevano con sé un bagaglio esperienziale al riguardo. Cristante 5 rigori (2 segnati e 3 sbagliati), Belotti 43 rigori (34 segnati e 9 sbagliati).
Non sapendo il lavoro fatto in allenamento per creare un processo metodologico di approccio ai rigori, possiamo prendere spunto da alcuni dettagli presi dall’incontro. La tempistica della stesura della lista dei rigoristi è stato un primo dettaglio, perché significa avere un piano prestabilito a monte e giocatori psicologicamente pronti alla sfida. Mentre Mendilibar aveva già in mano la sequenza dei tiratori, Mourinho faticava – come espresso dai cronisti di Rai 1 – a trovare 5 uomini. L’improvvisazione porta a scelte emotive, al me la sento o non me la sento, al Wijnaldum inspiegabilmente fuori dai primi tre tiratori (pur avendo 11 rigori all’attivo, di cui 7 a segno) e Belotti ultimo rigorista Nel mezzo due calciatori che non hanno mai tirato un rigore, Ibanez e Mancini. Lo stesso Pellegrini sostituito al 106′, con Rakitic invece in campo per tutto l’incontro, fa riflettere.
Che la Roma non volesse chiuderla dagli undici metri e che quindi fosse impreparata a questa evoluzione del match? Ipotesi.
Non sono invece ipotesi alcuni dettagli che contribuiscono a creare pressione o fiducia in un ambiente, a seconda dei casi. Il Siviglia non aveva mai perso una finale ai rigori. Vittoria sia con Espanyol che con Benfica. La Roma e Mourinho si. Soprattutto Mourinho non aveva un giusto feeling con i tiri dal dischetto. Su tre finali finite ai rigori, solo nel 2008 – Supercoppa Italiana contro la Roma – era arrivata la vittoria. 2012 Chelsea e 2020 Norwich le sconfitte. Nel mezzo tante semifinali concluse negativamente ai rigori. Nel merito di questo concetto, sarebbe bello chiedere alla nazionale inglese cosa ne pensa e con quale altra nazionale non vorrebbe mai scontrarsi (Germania?). La nazionale italiana visse un vero psicodramma dal dischetto tra il 1990 ed il 1998, quasi fosse dentro una spirale negativa senza via d’uscita.
A margine della riflessione, ci fa piacere condividere uno studio condotto dall’American Economy Association, che ha preso in esame un campione enorme di match nazionali e internazionali giocati tra il 1970 e il 2008. Su 2820 rigori calciati, 60 volte su 100 chi ha tirato per primo, ha vinto. Che vada rivista la formula della sequenza dei rigori, passando da uno schema ABAB ad uno ABBA?