Precedenti dimenticati: la vittoria di Marchesi e Damiani, il gol salvezza del 1997, una vittoria esterna firmata Perrotta-Vucinic. Più Careca, che segna alla Mortensen.
In questa nostra rubrica, siamo soliti andare a rivedere su Youtube dei precedenti dimenticati, delle partite che si sono giocate nel passato e che non vengono spesso menzionate oggi. Con Napoli-Roma avremmo avuto una bella possibilità di scelta, data l’ampia gamma di precedenti.
Abbiamo escluso i grandi match recenti (come quello raccontato da Alfonso Fasano giusto qualche giorno fa, il 2-0 del primo novembre del 2014), ma non siamo riusciti a tenere fuori due grandi vittorie azzurre degli anni Ottanta, distanti tra loro nove anni che però sembrano un secolo. Per controbilanciare, un match degli anni bui (con una vittoria del Napoli decisiva in chiave salvezza) e una nettissima sconfitta interna, soprattutto per intensità del gioco giallorosso, contro una Roma di Spalletti. Era la stagione 2008/2009. Un modo per ingraziarci gli dei del calcio, forse.
19/10/1980, Napoli-Roma 4-0
È il Napoli di Krol e Marchesi, quello che contenderà lo scudetto alla Juventus e proprio ai giallorossi fino al termine del campionato. Qui siamo nelle prime schermaglie, 36 anni meno cinque giorni fa. Da qui, da questa partita che è solo la seconda vittoria dopo quella interna con la Pistoiese, parte la rincorsa dei ragazzi azzurri. Con un botto fragoroso, non c’è che dire: la Roma è già quella di Liedholm, con Falcao e Bruno Conti e Pruzzo, la squadra che perderà lo scudetto solo a Torino e con un gol annullato a Turone che ancora oggi è storia e leggenda del nostro calcio.
Al 23esimo, il vantaggio del Napoli: Vinazzani arma il destro da fuori, una deviazione spiazza Tancredi; il 2-0 neanche dieci minuti dopo con Pellegrini, che scappa verso la porta a modo suo e batte Tancredi. Il 3-0 è un’autorete di Di Bartolomei, il 4-0 è siglato da Nicolini (di testa, in tuffo) ma è soprattutto una splendida giocata di Oscar Damiani sul lato corto destro dell’area: dribbling secco e cross perfetto per l’accorrente numero dieci. San Paolo in delirio, la corsa parte da qui. E si infrangerà solo sul Perugia (e su Nello Malizia).
18/2/1989, Napoli-Roma 3-1
Sono passati nove anni, la Roma di Liedholm ha vinto il suo scudetto. Poi è toccato al Napoli, nel 1987. In mezzo, un gemellaggio incrinato e l’accenno di un declino giallorosso. Il Napoli ha ancora Maradona, si gioca ancora lo scudetto. Proprio la domenica precedente ha perso male lo scontro diretto nella Milano rossonera, un 3-0 netto che ha significato la perdita del primato solitario in campionato. E ha portato la paura, come si evince anche da questo video: prima punizione e primo gol. Anzi, un super-gol di Sebino Nela, che indovina il sinistro da 35 metri e batte un Giuliani riconosciuto colpevole di un mancato intervento.
Poi, riecco il Napoli. Pellegrini, angelo custode di Maradona, viene espulso che siamo ancora nel primo tempo. Dopo pochi minuti nella ripresa, il pareggio su rigore conquistato da Crippa (e segnato da Maradona, noblesse oblige) e poi il capolavoro assoluto di giornata, uno dei gol più belli mai realizzati al San Paolo. La firma è di Careca, lanciato in profondità da Massimo Mauro (sì, proprio lui): tutto spostato sulla destra, il brasiliano inventa un esterno destro meraviglioso, che supera Cervone infilandosi nell’unico spiraglio possibile tra il palo e la figura del portiere romanista. È il 2-1, che Italo Kuhne definisce “alla Mortensen”. Arriverà anche il terzo gol, ancora di Maradona e ancora su rigore. Il Milan vince, il duello continuerà fino alla fine. Fino allo scudetto.
11/5/1997, Napoli-Roma 1-0
Finale di campionato arroventato, Napoli alla ricerca dei gol e dei punti salvezza tre giorni dopo la vittoria nella finale di andata in Coppa Italia, contro il Vicenza. È il Napoli che da Simoni è passato a Montefusco dopo un inizio gagliardo, è una squadra stanca e che sta conoscendo la paura di non farcela. Di contro, una Roma che ha sbagliato il tecnico (l’argentino Carlos Bianchi, a inizio anno) e che alla fine concluderà a pari punti col Napoli, al dodicesimo posto. In panchina, sembra impossibile, c’è ancora (e di nuovo) Nils Liedholm.
Al San Paolo, si gioca la partita della paura: la risolve Nicola Caccia di Castello di Cisterna, uno dei tanti profeti in patria che hanno fallito l’appuntamento col destino. In realtà, è il Napoli a essere fallito ma nessuno lo sa, tantomeno se lo immagina. Cross dalla destra del belga Crasson, colpo di testa preciso dell’attaccante azzurro. È 1-0, finirà così: il Napoli è praticamente salvo, vincerà solo l’ultima partita in casa contro il Vicenza. Dopo che, proprio contro i berici, avrà perso la finale di ritorno.
09/03/08, Napoli-Roma 0-2
Lo dicono nel servizio: entrambe vengono dalla partita dell’anno, il Napoli ha battuto l’Inter e la Roma il Real Madrid. C’è attesa, c’è un San Paolo pieno. Ma soprattutto, c’è una grande Roma. Spalletti è al massimo della sua gestione, all’ultima giornata di questo campionato sarà campione d’Italia per più di un’ora, fino a che Ibrahimovic non entrerà a Parma per riscrivere la storia.
La differenza di valori si percepisce dalla sintesi, i giallorossi sono più forti e giocano pure un calcio più bello, più divertente. Vanno in vantaggio subito con Perrotta, potrebbero segnare altri tre gol nel primo tempo e nessuno si scandalizzerebbe. Raddoppiano nella ripresa con un rigore di Vucinic, subiscono il ritorno rabbioso del Napoli con un giovanissimo Hamsik e un indemoniato Lavezzi. Finisce così, però: 0-2 e appuntamento all’anno prossimo dopo il pirotecnico 4-4 dell’andata. Oggi, Spalletti c’è ancora. È tornato “a casa”. Ma i rapporti di forza, per fortuna, sono un tantino diversi.