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Garcia non è una prima scelta ma nemmeno un salto nel buio

Non è l’ultimo arrivato, ha un curriculum di tutto rispetto. Non ha mai allenato una big ma ha ottenuto risultati con buoni club di seconda fascia

Garcia non è una prima scelta ma nemmeno un salto nel buio
As Roma 08/11/2018 - Europa League / Lazio-Olympique Marsiglia / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Rudi Garcia

Rudi Garcia è il sesto allenatore straniero a sedere sulla panchina del Napoli negli ultimi 50 anni (dal 1973), dopo Luis Vinicio, Bruno Pesaola, Vujadin Boskov, Zdenek Zeman e Rafa Benitez (più Angelo Benedicto Sormani che, da tecnico della Primavera, guidò la prima squadra nelle ultime tre giornate del campionato 1979/80), il secondo ingaggiato da Aurelio de Laurentiis.

Di sicuro, come sottolineato dal Napolista, quella di Garcia non può essere considerata una “prima scelta” visto che al di là del sondaggio esplorativo fatto con Luis Enrique (nome tramontato praticamente dopo il primo colloquio telefonico al termine del quale De Laurentiis, dicendo che lo spagnolo era attratto dalla Premier League, fece intendere che le richieste economiche erano fuori portata per il Napoli e le squadre italiane) e del colloquio informale con Paulo Sousa, il Napoli ha chiuso con Garcia dopo aver constatato che i tempi necessari affinché Galtier si svincolasse dal Paris Saint Germain si stavano prolungando, ma va detto che anche Maurizio Sarri, nel 2015, non era affatto la prima scelta visto che prima di lui il Napoli aveva provato ad ingaggiare Emery e Montella.

Tuttavia Garcia non è nemmeno “l’ultimo arrivato” visto che, pur non avendo mai allenato uno dei cosiddetti “top-club”, ma soltanto squadre appartenenti a quella che si potrebbe definire la “seconda fascia” europea, vanta comunque un discreto curriculum avendo conquistato un campionato francese con il Lille nella stagione 2010/11 (a distanza di ben 57 anni dalla precedente affermazione della squadra dell’Alta Francia!), anno in cui ha centrato il “double” vincendo anche la Coppa di Francia, ottenendo, nelle sue cinque stagioni alla guida dei “mastini” anche un terzo, un quarto, un quinto e un sesto posto, prima di approdare, nel 2013, in Italia, sulla panchina della Roma, conducendo i giallorossi, reduci da due sesti e un settimo posto, per due volte consecutive al secondo posto (centrando così, in ambedue le occasioni, la qualificazione diretta ai gironi di Champions League e ottenendo nella stagione 2013/14, la sua prima alla guida della Roma, il record di 85 punti totali, punteggio poi migliorato di due unità nella stagione 2016/17 con Luciano Spalletti in panchina!), per poi essere esonerato (per la sua prima e finora unica volta in carriera) al termine del girone d’andata nella stagione 2015/16.

Tornato in Francia, il tecnico transalpino ha dapprima guidato l’Olympique Marsiglia dal 2016 (subentrando dopo nove gare di campionato al connazionale Frank Passi) al 2019 ottenendo due quinti, un quarto posto e una finale di Europa League persa con l’Atletico Madrid del Cholo Simeone e, successivamente il Lione, subentrando nell’ottobre 2019 al brasiliano Sylvinho e restando sulla panchina dei Les Gones fino a maggio 2021; durante la sua permanenza a Lione la squadra del tecnico francese ha conseguito un quarto posto nel 2020/21 e un settimo posto nella stagione precedente (stagione, però, in cui il campionato francese fu sospeso a febbraio a causa dei noti eventi pandemici e non più ripreso in seguito…), anno in cui condusse il Lione fino alle semifinali di Champions League (dove fu eliminato dai futuri campioni d’Europa del Bayern Monaco, dopo aver a sua volta estromesso dalla massima competizione europea sia la Juve di Sarri agli ottavi che il Manchester City di Guardiola ai quarti di finale).

Insomma non sarà di certo un nome che farà fare i salti di gioia a molti tifosi ma nemmeno una scommessa o un salto nel buio…

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