Se dopo tre giorni, una qualificazione in Europa e la doppietta di Cavani, ancora si respira un clima surreale vuol dire che è successo qualcosa di grosso, di intenso. Non ci si capacita. Almeno non ci capacitiamo (e tanti altri come noi). Come alle sei di pomeriggio di giovedì, a Boras, increduli e senza più voglia di andare allo stadio. Ho in casa la foto di Carlo Hermann, il mio amico fotografo che lo scorso anno conquistò le prime pagine di molti giornali immortalando Quagliarella che con la sua zampata e quel ghigno tutto napoletano mise la palla nella porta dell’odiata Juventus. Ero al San Paolo quella sera, ricordo i brividi. Mi hanno regalato la foto per i miei quarant’anni e adesso non so che fare.
Ha ragione Mimmo Carratelli: i giocatori passano, il Napoli resta. E’ ovvio. Ma quanta ragione ha l’innarivabile giornalista napoletano nel condannare una cessione che definire scellerata è poco. Mi dispiace, professor Trombetti, ma proprio non condivido la sua apoteosi del tradimento. Che pure, vedo, sta prendendo piede a Napoli (almeno così mi pare di constatare sul web). Quagliarella è stato messo in condizione di andarsene. Io così la penso. Poi che volevate? Che tra il Rubin Kazan e la Juve preferisse i russi per far contenti noi? Ma per cortesia.
Il rapporto con Mazzarri di fatto non c’era più. L’allenatore non lo citava mai; neanche una parola sul suo Mondiale (sì, ok, solo un secondo tempo, ma dimenticate che Madjer è diventato famoso per un colpo di tacco. E basta). Era chiaro da tempo che i due non si tolleravano. A me da quel Napoli-Bari 3-2, quando il Quaglia servì a Maggio il pallone del temporaneo pareggio e poi imprecò da solo, mormorando: “Il calcio è un gioco semplice”. Facile immaginare con chi ce l’avesse. Poco dopo Lavezzi lo lanciò in profondità e lui realizzò un gol memorabile, di sinistro sul secondo palo.
Già, Lavezzi. I due non si sono mai presi. Noi lo abbiamo scritto, sempre, beccandoci insulti e critiche. E’ incredibile quanto il tifoso napoletano ami la censura (di questo parleremo a lungo). Era fisiologico che uno dei due dovesse partire. L’abbiamo detto più volte. Ed è sacrosanto che abbia scelto Mazzarri. Scelta coraggiosa, tra l’altro: vuol dire che il tecnico ha le idee chiare e questo è molto incoraggiante. Ma l’imbarazzo è palpabile se nessuno della società ha avuto finora il coraggio di parlare, se l’allenatore si è aggrappato alle prime dichiarazioni juventine di Quagliarella. Ha ragione Tommaso il comasco: che volevate che dicesse Fabio a Torino? Sto qui ma tifo Napoli?
Sì, oggi lo togliamo il lutto (stiamo aspettando il webmaster, eh eh…). Oggi comincia il campionato. Oggi si va a Firenze, appuntamento al bar Testaccio per la partenza. Oggi si torna a soffrire e a sognare. Però non chiedeteci di dimenticare da un giorno all’altro. La mazzata è stata forte.
<strong>Massimiliano Gallo</strong>
Oggi togliamo il lutto ma la mazzata c’è stata
Massimiliano Gallo ilnapolista © riproduzione riservata