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Trent’anni fa, Napoli-Atalanta: errori individuali, Juve in fuga. E i processi sui giornali, proprio come oggi

Maradona: «Il Napoli non è da scudetto, maledico quella parola. Non siamo diventati una squadraccia in quindici giorni». Vi ricorda qualcosa?

Trent’anni fa, Napoli-Atalanta: errori individuali, Juve in fuga. E i processi sui giornali, proprio come oggi

Quindici giorni e rotti fa, dopo la sconfitta di Bergamo, “denunciammo” come Napoli, in realtà, sia un animale che non è mai cambiato. Calcisticamente, mentalmente, giornalisticamente. E oggi ricorre un anniversario che ci permette di farvi capire ancora meglio cosa intendiamo dire. Oggi, trent’anni fa, Napoli-Atalanta 2-2. Su Youtube c’è il solito, bellissimo servizio di Italo Kuhne a spiegare come andò quel match.

Una partita brutta, giocata male e pareggiata peggio, per colpa di due errori grossolani e puramente tecnici. Ci ricorda qualcosa, no? Bene. Ci furono fischi a De Napoli e Garella, si parlò di Juve che fuggiva, di Napoli non pronto, esattamente delle stesse identiche cose che si dicono oggi. Non ci si sposta di una virgola, e ve lo dimostriamo con delle belle foto d’epoca. Come quella in apertura, che riporta un titolo della Gazzetta del giorno dopo: “Basta parlare di scudetto, quella parola è maledetta”. Scriveva così, in quel pezzo, Rosario Pastore, riportando le dichiarazioni di Maradona:

Maradona è stato durissimo con la squadra e con se stesso: «Abbiamo giocato male, abbiamo sbagliato tutto. Non abbiamo fatto niente di quello che dovevamo fare. Avevamo iniziato benissimo poi, dopo il primo pareggio, abbiamo avuto paura e non abbiamo più rischiato. Però non consento a nessuno di dire che sono stati due compagni a sbagliare. È stato tutto il Napoli. Perché? Questo è difficile dirlo. Non credo che si tratti di eccessivo carico di responsabilità, né troppa euforia. E neppure abbiamo mai parlato di scudetto. Non voglio più sentire questa maledetta parola, il Napoli non è da scudetto» […] Il Napoli non è diventato all’improvviso una squadraccia, può tornare a essere la squadra ammirata da tutti. Avete visto cos’è successo con De Napoli? Dopo i mondiali sembrava il giocatore più forte del mondo. E ora, al primo errore, lo fischiano tutti.

Un viaggio nel tempo, le stesse cose scritte solo su carta, anziché su web e carta. «Il Napoli non è da scudetto» (Sarri), «Il Napoli non è diventato all’improvviso una squadraccia» (Reina e Sarri, ieri). Insomma, ancora tu. Non mi sorprende lo sai.

Oltre la Gazzetta, c’è Il Mattino. Che, in uno dei pezzi dedicati alla partita, scrive: «In ogni caso, accuse e processi non potranno essere celebrati in nome e per conto di Napoli: perché Napoli, eterna disincantata saggia, non ci aveva mai creduto. Guardate le cifre, prego: rispetto a quindici giorni prima, circa mille spettatori in meno. Scriviamo almeno questo nel libro dell’attivo». E pure questa cosa ci ricongiunge ad allora. Nelle pagelle, Garella 4.5 e De Napoli 5.5. Per Maradona e Giordano, 7.

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C’è Maradona con le stesse parole riportate dalla Gazzetta, anzi integrate anche di qualche altro pezzettino: «Noi non siamo da scudetto, non mi è mai piaciuto parlare di noi così. Siamo soltanto una squadra che ha dei buoni giocatori e per questo tutti vogliono batterla». Perfetto. E ancora: «Noi di sorpasso non abbiamo mai parlato. Ne hanno parlato altri, i giornali, i tifosi. Abbiamo sbagliato e basta. Sia chiaro, tutti».

La dichiarazione più importante che vi riportiamo, forse, è la seguente. Sempre di Maradona. La “trascrive” Adriano Cisternino nel suo pezzo: «Noi dobbiamo pensare a migliorare il Napoli, non alla Juve. È successa la stessa cosa accaduta l’anno scorso col Pisa, e io l’avevo detto sabato». Da incorniciare, anche Bianchi: «Nello spogliatoio abbiamo parlato anche dei fischi del pubblico, della contestazione a Garella. Esaminati anche distrazioni ed errori. Purtroppo non siamo riusciti a trovare le giuste spiegazioni». Sarri ieri pomeriggio, uguale identico.

Ultimi corsi e ricorsi storici: Garella e De Napoli. Quelli sotto i fischi, in un pezzo di Franco Esposito che come titolo ha “Sotto con i processi”:

«Sono a disposizione, processatemi pure. Ho commesso un grave errore, lo sbaglio si è rivelato determinante. I fischi? Li ho sentiti e me ne frego. Mi entrano in un orecchio e mi escono nell’altro. Il calcio è una brutta bestia, il pubblico è un animale volubile. Se cerchi solidarietà nella gente, perdi il tuo tempo». (Claudio Garella)

Gioca male, non presenta una precisa identità, questo Napoli. Non gli fanno però difetto sincerità e autocritica. Dopo Garella, ecco De Napoli: «Abbiamo sbagliato tutto, dovevamo tenere la palla, invece abbiamo regalato un punto all’Atalanta. Entriamo in campo timorosi, temiamo di sbagliare e questo alla lunga ci frega».

Trent’anni dopo, Napoli è ancora la stessa. Essere fiduciosi non è solo cabala. È che abbiamo coscienza di noi stessi.

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