A Il Giornale: «Oggi non si insegna più calcio ai giovanissimi. Ai bambini gli devi far mangiare il pallone: a 10 anni non gli si può parlare di tattica».
Il Giornale intervista Bruno Conti. Ricorda il Mondiale di Calcio del 1982. Fu suo l’assist per Paolo Rossi, nella semifinale contro la Polonia, giocata 41 anni fa.
Conti racconta un aneddoto di quella partita:
«Inizia la semifinale e in curva, i miei amici aprirono lo striscione Per il mondo sei Bruno Conti, per Nettuno sei MaraZico. Un’emozione unica. Una carica incredibile».
Sul suo rapporto con la Roma:
Conti parla di José Mourinho, nelle cui mani adesso è la squadra giallorossa.
«E non esistono mani migliori. Vivo la quotidianità di Mourinho e vi posso assicurare che è un grande leader, è un grande allenatore, ed è una grande persona. Per me è il Number One. Sottolineo un aspetto: il popolo, la gente, i tifosi capiscono subito la genuinità di una persona. Roma è pazza di Mourinho. Lo stadio è sold out da due anni!».
Conti continua:
«Ma non esistono dubbi. Il suo temperamento, le sue parole, sono figli del voler difendere a tutti i costi la sua creatura. Che è la squadra. Dal primo dei fuoriclasse all’ultimo giovane della primavera. E se esce da Trigoria e vede un bambino che sogna di incontralo si ferma e lo rende felice. Come pure non perde mai gli allenamenti dei giovani della Roma. Guarda, si informa, chiede, osserva. È uno che parla in faccia. Trovate un giocatore che ha avuto Mourinho e non lo adora? Per me in assoluto è un grandissimo».
«Vedo errori nei giovani di oggi incredibili. Hanno grande fisicità, ma dubito che passino il giusto tempo ad affinare la tecnica, i fondamentali. Oggi si preferiscono gli algoritmi e il fisico a discapito della tecnica. E non si insegna più calcio ai giovanissimi. Ai bambini gli devi far mangiare il pallone e a 10-12 anni non gli si può parlare di tattica».