La pluricampionessa è tra i tredici atleti paralimpici (sette uomini e sei donne) che hanno prestato giuramento questa mattina presso il corpo della Polizia di Stato
Bebe Vio in polizia: «È un cambiamento a livello sociale e culturale»
Tredici atleti paralimpici (sette uomini e sei donne) hanno prestato giuramento questa mattina presso il corpo della Polizia di Stato davanti al numero uno del comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, e al capo della polizia, Vittorio Pisani.
La pluricampionessa Bebe Vio in questa occasione ha detto
«È un’emozione fortissima sapere di essere parte di questa grande famiglia. Gridare lo giuro tutti insieme è stato molto bello. Pancalli ha voluto a tutti i costi questa cosa e noi siamo stati i primi a far parte di questo mondo. Non è solo un cambiamento nelle nostre vite, che siamo trattati come atleti olimpici, ma un cambiamento a livello sociale e culturale». Gli atleti entrano dunque a far parte del ruolo tecnico-scientifico della Polizia di stato assunti, a tempo indeterminato, come agenti tecnici.
Con la schermitrice c’erano anche Vincenza Petrilli, Jacopo Luchini, René De Silvestro, Monica Boggioni, Carlotta Gilli, Giulia Ghiretti, Antonio Fantin, Stefano Raimondi, Simone Barlaam, Andreea Mogos, Edoardo Giordan ed Emanuele Lambertini.
L’INTERVISTA AL CORSERA (29/1/22)
Sul Corriere della Sera un’intervista a Bebe Vio, la schermitrice italiana medaglia d’oro ai Giochi paralimpici e argento con la squadra azzurra. Dal 2017 è testimonial per l’Oréal Paris. Parla del suo concetto di bellezza.
«Se una persona è simpatica è la più bella del mondo. Se non apprezzo il carattere diventa la più brutta. Mi piace l’affinità, la parte estetica non è fondamentale».
Racconta di fare sei docce al giorno e di non poter fare a meno della crema idratante. E sul make up:
«Ho fatto da testimonial per il fondotinta Accord Parfait, un accessorio utile ma purtroppo non posso applicare spesso: in palestra con la maschera non è proprio il caso. Sul set ho chiesto di metterne poco. Mi piacciono le mie cicatrici, non voglio nasconderle. Quando mi truccano ho sempre paura di non riconoscermi più. Non è giusto farmi apparire per come non sono. Vado pazza per il mascara, ho le ciglia lunghe e ricce e riesce a mettermele in ordine».