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Alla Gazzetta non è ancora passata: ecco il paginone di rinfaccio contro Lukaku

Lo avevano già fatto per Tonali. Vince la linea del “giocatore traditore”. Ma ora ammettono: “Non vale nemmeno più la pena di gridare allo scandalo”

Alla Gazzetta non è ancora passata: ecco il paginone di rinfaccio contro Lukaku
Mg Milano 13/05/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Sassuolo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Romelu Lukaku

Almeno Tonali era già andato via. Lukaku non ancora. Ma la Gazzetta dello Sport non può esimersi dall’elaborazione dell’ennesimo lutto da calciomercato, rinfacciando di tutto al povero professionista traditore. D’altra parte, il target di riferimento (nella fattispecie la curva dell’Inter, che ha già espresso il disappunto a mezzo comunicati) pretende la resa dei conti preventivi. In più scotta ancora il “buco” preso dal Corriere dello Sport sulla trattativa sottobanco con la Juve.

Per Tonali riesumarono dal passato tutti i “ti amo” che il povero ragazzo aveva consegnato in questo anni al Milan. E quindi, ecco un paginone passivo-aggressivo. Titolo: “Lukaku, c’era una volta l’anti-Juve”. Testatina: “Le mille giravolte di Lukaku” (peraltro senza spazi tra una parola e l’altra, siamo al postmodernismo della punteggiatura). E’ la sindrome della fidanzata abbandonata sull’altare.

Fulvio Zara è bravissimo, al solito. E il tono del pezzo è più autoassolutorio e distaccato dell’impaginazione acchiappa-tifosi: “Amor ch’a nullo amato amar perdona e per favore perdona anche il centravanti smemorato che un attimo fa in un tripudio di punti esclamativi giurava che mai mai e poi mai e invece torna indietro, fa una clamorosa inversione a U che si sentono le gomme stridere sull’asfalto della Milano-Torino e ci dà la conferma – ma ne avevamo bisogno? – che questo è il (calcio)mercato bellezza”. Tutto così, “Giurin giurello”.

Segue elenco esaustivo di tutte le volte che il belga annunciava che mai e poi sarebbe andato alla Juve (o al Milan). L’operazione è franca, lo ammette lo stesso articolo:

Stupirsi è un lusso, si sa che i calciatori nella maggior parte dei casi sventolano una sola bandiera, la loro. Tutto il resto è boria, e così queste sono le ore in cui gli speleologi vanno a caccia di vecchie dichiarazioni invecchiate male, come certi vini quando si fanno acidi”.

“E senza scomodare James Bond, il “mai” è una negazione che, scusate il gioco di parole, bisognerebbe avere la forza di negarsi: la storia del calcio(mercato) è una lunga litania di piccoli tradimenti, voltafaccia da telenovela e infedeltà da III C. Già Catullo diceva che “quel che giura al cupido amante una donna scrivilo sopra il vento”. E in fondo aveva ragione Battiato, ogni colpo di mercato è un “rapimento mistico e sensuale che mi imprigiona a te”, si lascia una moglie e si bacia una maglia, ci si batte il petto con i pugni dopo un gol e ci si sente re della giungla ma siamo tutti centravanti in affitto, come da epocale hit di Ambra si giura e si spergiura amore eterno e se non è amore non si andrà all’inferno, ma alla Juve o da qualche altra parte, ovunque in quel posto che mai, mai e poi mai o quasi mai o forse anche sì, non stiamo qui a sottilizzare”.

Insomma scrive: “Probabilmente non vale nemmeno la pena gridare allo scandalo, perché scandalo non c’è”.La verità è che quando si ha a che fare con queste situazioni, che considerate dalla prospettiva dei tifosi scivolano nel territorio limaccioso e velenoso della pugnalata a tradimento, siamo tutti portati a chiamare in causa concetti come la fedeltà, la gratitudine e la fiducia. Ma guardatevi intorno e/o sfogliate l’album della vostra squadra del cuore: chi è senza peccato scagli il primo Lukaku”.

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