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Non ci indigniamo per la candidatura di Italia e Turchia per gli Europei di calcio?

Il Fatto: Erdogan cerca da sempre legittimità europea, Ankara supera Russia e Ucraina per violazioni dei diritti umani. Un patto spericolato

Non ci indigniamo per la candidatura di Italia e Turchia per gli Europei di calcio?
UEFA President Aleksander Ceferin (L) and Turkey's President Recep Tayyip Erdogan attend the UEFA Champions League final football match between Inter Milan and Manchester City at the Ataturk Olympic Stadium in Istanbul, on June 10, 2023. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Fa ovviamente discutere la candidatura di Italia e Turchia per gli Europei del 2032. Ne scrive anche Il Fatto quotidiano:

C’eravamo indignati per i Mondiali di calcio nel Qatar, con gli stadi insanguinati da centinaia di vittime sul lavoro per edificare cattedrali nel deserto, poveri immigrati privati di passaporti e diritti sindacali. Adesso, ecco il turno della Turchia: ha avanzato ieri mattina alla Uefa la proposta di organizzare gli Europei del 2032 assieme all’italia, sfruttando la recente predisposizione ad accettare candidature multinazionali. La richiesta appaga Recep Tayyip Erdogan, che da sempre cerca legittimità europea. Ma il calcio non può cancellare la drammatica realtà di un regime autocratico: secondo la Corte europea dei diritti umani, Ankara supera Russia e Ucraina per violazioni dei diritti umani e dello Stato di diritto: nelle sue galere tribolano 350mila detenuti, soprattutto dissidenti e curdi. Il patto di cuoio che Roma ha stretto con Ankara è spericolato, almeno dal punto di vista etico. Ma nel calcio, ormai, è pura retorica invocare coerenza morale.

Come mai allearsi con Erdogan? La sponda di Giorgia Meloni è una scelta geopolitica e di business: affinità sovraniste spalmate sul mondo degli affari (fiorenti tra i due Paesi), con iniezioni di populismo pallonaro (Berlusconi e Lotito docent). 

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