Lettera al Corsera. Voleva farmi pagare 2 euro in più per l’American Express. Mi sono rifiutato e allora mi ha fatto fare un giro enorme

Proponiamo una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera, lettera firmata da un cittadino milanese che racconta la sua esperienza con un tassista.
Il 26 luglio, intorno alle 19, ho preso un taxi di una nota cooperativa dall’Aeroporto di Linate per rientrare a casa nelle vicinanze della Fondazione Prada. Prima di salire in auto ho segnalato al tassista che intendevo pagare con American Express. In risposta mi è stato prima chiesto se avessi un’altra carta e poi mi è stato proposto che, se la carta o la corsa fossero state aziendali, avremmo potuto aggiungere 2 euro al prezzo finale, viste le presunte commissioni sulla transazione. Ho declinato entrambe le proposte.
Come risultato, il tassista ha optato per offrirmi un tour panoramico della tangenziale (ingresso uscita 6, uscita 1-2 e poi tutto il cavalcavia Corvetto), allungando la corsa di 3 km che, vuoto per pieno, equivalgono a 5 euro di costo aggiuntivo rispetto al più ovvio itinerario cittadino. Non scrivo per lamentarmi dei 5 euro in più che ho speso, ma per un’altra riflessione.
Pur essendo in ottima forma fisica, mi rendo conto di non avere avuto il coraggio né di lamentarmi con il tassista né di farlo con il servizio taxi per timore di reazioni o ritorsioni. Il modo di fare del tassista e l’atteggiamento nervoso che ha mostrato sia con me, sia nella guida, mi hanno sconsigliato di farlo, mandando giù il piccolo affronto. È un segnale che mi inquieta, nel mio passato ho sempre contestato situazioni di questo tipo e invece ho scelto, questa volta, di abbassare la testa e optare per una silente accettazione dell’ingiustizia. Sarò io che sto invecchiando oppure sarà che la percezione di sicurezza in questa città è cambiata? E se così fosse, quante ingiustizie, ben più gravi dei miei 5 euro, vengono taciute per paura?