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Ronn Moss: «Al provino per Beautiful andai con uno smoking in affitto di due taglie più piccole»

A La Repubblica: «Non avevo nulla di elegante. Avevo i pantaloni al polpaccio e le maniche striminzite: sorridevano tutti».

Ronn Moss: «Al provino per Beautiful andai con uno smoking in affitto di due taglie più piccole»

La Repubblica intervista Ronn Moss, il primo Ridge di Beautiful. Oggi ha 71 anni, ha appena suonato e cantato sul palco del Marateale — Premio Internazionale Basilicata. La musica è stata la sua prima passione, quando alla recitazione nemmeno pensava.

«Ascoltavo la classica, l’opera, uno strano jazz. Mi attraggono le vibrazioni, della musica e della vita. Perciò sono
diventato musicista e non medico. Ho studiato medicina, biologia, fisiologia, ho assistito ad autopsie senza battere ciglio. Sarei stato un ottimo chirurgo ma agli otto anni di università ho preferito la band».

Alla recitazione Moss arrivò quasi per caso.

«Il mio produttore discografico di allora, Robert Stigwood, mi disse “hai mai pensato di fare l’attore?”. Io sognavo solo la musica ma anni dopo, il gruppo in crisi, ci ho provato. Qualche orribile comparsata in tv, mi presento agli Zoetrope Studios di Francis Ford Coppola: fatemi fare qualcosa. Chiamano il barbiere, trasforma i capelli lunghi e incolti in un taglio anni 40, mi ritrovo in smoking al tavolo dietro Jessica Lange e Sam Shepard in Frances. Ho capito che volevo stare a quel tavolo».

Moss racconta la prima audizione per il ruolo di Ridge.

«Affittai uno smoking, non avevo nulla di elegante, ma ne trovai solo uno di due taglie più piccolo: sono arrivato con i pantaloni al polpaccio e le maniche striminzite. Stranamente quella fila di produttori sorrideva, c’era una strana energia. Prima ancora che aprissi bocca, avevano capito che ero Ridge. Faccio da spalla per l’audizione di un’attrice, lei sulle mie ginocchia, scherziamo in sintonia. Era Joanna Johnson, Caroline. Alla prima sessione fotografica con la famiglia Forrester vado da Susan Flannery, mia madre nella soap: “Ciao, mamma”. E lei, gelida: “Non chiamarmi così”. Poi è diventata il cuore della famiglia».

Il successo mondiale? Moss:

«L’ho capito dopo. Tu reciti per le telecamere, la troupe, non capisci cosa accada fuori. L’accoglienza in Italia mi ha sconvolto. Sono grato a ogni spettatore che ancora mi ferma, non mi sono mai sentito una star».

Momenti difficili?

«Beautiful è durato 25 anni della mia vita. Ci sono stati momenti stressanti, proprio come la vita che vivevo in
parallelo. Come Ridge ho avuto morti e traumi. Ho perso mio padre, diversi amici: andavo comunque al lavoro, per farmi forza, non ho perso un giorno di riprese, anche malato. Tra una scena e l’altra mi è capitato di correre in camerino a vomitare. Tornavo e ricominciavo, senza un lamento: c’erano altre 200 persone il cui lavoro dipendeva da me».

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