ilNapolista

Casini: «L’Arabia Saudita? Solo la Fifa può intervenire, anche con forme di Salary cap»

Al CorSera: «Ci sono Paesi fonte e Paesi mercato. L’Italia è Paese fonte. Per questo è essenziale investire sui giovani e sui vivai, come fanno già molti club».

Casini: «L’Arabia Saudita? Solo la Fifa può intervenire, anche con forme di Salary cap»
Db Milano 30/06/2022 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Il Corriere della Sera intervista il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini. Il prossimo weekend ricomincerà il campionato di calcio italiano. Ma il tema, al momento, è soprattutto quello delle dimissioni di Mancini. Casini commenta:

«Sono rimasto sorpreso, come tutti. Non me le aspettavo. Ma rispetto le ragioni personali. E comunque va ringraziato per il lavoro svolto in questi cinque anni e per l’Europeo vinto».

Cosa si aspetta Casini per il futuro azzurro?

«Un allenatore serio, preparato, vincente: la panchina della Nazionale è tra le più belle, difficili e importanti al mondo».

Casini sulla scelta di Luciano Spalletti da parte della Figc.

«È una questione di pertinenza esclusiva della Federcalcio. Se invece mi chiedete un giudizio su Spalletti, è l’allenatore campione d’Italia e a Napoli ha fatto un grande lavoro».

Non crede che questo terremoto possa in qualche modo penalizzare, o perlomeno indebolire, il governo federale all’inizio di una stagione così delicata?

«No. Manca un anno e mezzo alla fine del quadriennio olimpico e alle elezioni. Non sono preoccupato».

Come sono i suoi rapporti con Gravina? Casini:

«Sono sempre stati buoni e lo sono tuttora, al netto di inevitabili attriti istituzionali che fanno parte del gioco».

Casini e gli stadi da rifare:

«Il calcio è lo specchio del Paese. A parte Juve, Udinese, Atalanta e Sassuolo, gli altri sono di gestione pubblica. Ci siamo attivati e offerti di essere mediatori tra le società e le amministrazioni comunali. Stiamo parlando di una priorità. E i ritardi intollerabili. Abbiamo chiesto aiuto al governo: il ministro Abodi, con cui ho un buonissimo rapporto, sta lavorando per una cabina di regia con tutte le amministrazioni interessate, inclusi i ministeri della cultura e dell’ambiente. I dossier sugli stadi, non sono più di 20, tutti di interesse nazionale. A settembre confidiamo in una accelerazione».

La candidatura congiunta con la Turchia per Euro 2032 è una mezza sconfitta o è un’opportunità?

«Deve essere un’opportunità».

Il calcio ha bisogno di riforme. Come si muove la Lega? Casini:

«Molte cose in questi mesi sono state fatte. Parlamento e governo hanno accolto le nostre richieste di migliorare la legge Melandri e approvato un provvedimento antipirateria. Abbiamo una strategia di sostenibilità, migliorato la programmazione delle partite ed è stato introdotto il fuorigioco semiautomatico. Nelle giovanili giocheranno più italiani e lo abbiamo fatto pensando anche alla Nazionale. Ma non possiamo fare tutto da soli. 100 club nell’area professionistica sono troppi. E il problema non sono i 20 o i 18 della serie A…».

Come procede la trattativa per i diritti tv? Casini:

«Stiamo lavorando nelle difficoltà del contesto post pandemico. Basti pensare che la Premier League ha prolungato per due anni l’attuale contratto. Però ci siamo mossi con anticipo e le società avranno tempo sino alla metà di ottobre per fare tutte le valutazioni».

Cosa ne pensa dell’invasione araba?

«Siamo in un mercato libero e chi ha più risorse cerca di prendere i migliori, ma bisogna evitare distorsioni della concorrenza. Solo la Fifa può intervenire, anche con forme ragionevoli e proporzionate di Salary cap».

Il problema però è urgente e stringente…

«Sì. Ci sono Paesi fonte e Paesi mercato. L’Italia, nel calcio come nella cultura, è Paese fonte. Per questo è essenziale proseguire a investire sui giovani e sui vivai, come fanno già molte società di serie A. L’Italia deve rimanere produttore di calcio e calciatori».

ilnapolista © riproduzione riservata