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Il Sarri che non ti aspetti: orgoglioso del suo Napoli

Dopo la vittoria dell’Empoli, Sarri si mostra insolitamente ottimista. Finalmente sulla tolda di comando anche mediaticamente.

Il Sarri che non ti aspetti: orgoglioso del suo Napoli
Sarri a Pescara (foto Ciambelli)

Il tema è la convalescenza del Napoli. La squadra è in via di guarigione? Battistianamente, lo scopriremo solo vivendo e di certo sabato sera saremo tutti svegli. Juventus-Napoli è come sempre un attendibile banco di prova per gli azzurri. Napoli che allo Juventus Stadium ha sempre perso e in cinque partite ha segnato solo un gol (con David Lopez). Intanto la squadra di Sarri ha portato a casa due vittorie consecutive che procurano sei punti anche se ottenute contro avversari modesti: prima il Crotone e poi l’Empoli. L’aspetto più sorprendente della partita di ieri è stata la conferenza di Sarri. Raramente abbiamo visto l’allenatore difendere in questo modo la propria squadra.

I numeri di Sarri

Sarri ha rivendicato i risultati ottenuti fin qui dal suo Napoli, risultati ottenuti dopo aver perduto in quattro mesi tre centravanti, da Higuain a Gabbiadini passando per Milik, ha sottolineato che il Napoli sta segnando quasi quanto la scorsa stagione (ed è vero, 21 gol in campionato lo scorso anno dopo dieci giornate, 19 quest’anno), viaggia alla media di due punti a partita e ha sì subito dieci gol (lo scorso anno otto) ma ne ha anche regalati un bel po’. Insomma, un Sarri insolitamente orgoglioso della propria squadra. Che si è fatto anche sfuggire un: «In questa città quando si parla di prospettiva si intende una settimana».

Le concessioni agli avversari

Chissà quali sono i reali pensieri di quest’allenatore che probabilmente non sempre dice quello che pensa (il calcio è bugia, giusto?) e spesso ha seguito una linea che potremmo con una iperbole definire populistica. È parso comunque un Sarri alleggerito. E un filo risentito quando ha fatto la spiega dei tiri subiti, delle occasioni concesse, per rimarcare come contro l’Empoli ha concesso gli stessi tre tiri concessi al Besiktas. A noi francamente questo Sarri piace. Un Sarri sulla tolda di comando che difende il suo lavoro e il suo esercito. Cui certo vanno concesse le attenuanti della prospettiva – perché, lo ribadiamo, nessuno gli ha chiesto lo scudetto, solo di far girare e giocare questa che è una rosa importante – ma che non digeriamo quando è il primo oppositore interno e disegna una realtà più fosca di quanto in realtà non sia.

Non si può giocare sempre a mille

Tornando alla convalescenza, il Napoli delle ultime partite non è stato scoppiettante. Ma abbiamo anche sempre detto che non si possono giocare a mille tutte le partite. La sofferenza fa parte del calcio. Ieri sera abbiamo avuto anche un po’ di buona sorte (la traversa dell’Empoli) e soprattutto Reina ha compiuto una parata prodigiosa, come del resto aveva fatto anche a Crotone. Crotone, vale la pena ricordarlo, che ieri sera ha pareggiato a Firenze.

Turn over tallone d’Achille

Colpisce, invece, l’utilizzo anche contro l’Empoli di Callejon. Questo vuol dire che lo spagnolo giocherà tre partite consecutive (dopo sabato, martedì ci sarà la fondamentale partita di Champions in casa del Besiktas) se non quattro visto che poi c’è la Lazio. Tre consecutive anche per Jorginho (è francamente dura ipotizzare un suo mancato utilizzo nelle due partite fin qui più importanti della stagione), Ghoulam. Sarri non ama il turn over, lo abbiamo capito, anche se quest’anno ha compiuto progressi importanti. Ha le sue idee e là davanti ha dovuto stravolgere il gioco del Napoli. Mertens non sembra un pesce fuor d’acqua in un ruolo che effettivamente non è suo.

“Più che forte” lo ha definito Sarri. Il belga è il calciatore che forse è migliorato più di tutti. È sempre nella partita, rulla quelle gambe come se fosse un cartone animato e ha un senso della porta decisamente superiore a un semplice esterno sinistro.

Due esami in quattro giorni

Qualcuno parla di Napoli stanco. Non sappiamo. Il Napoli ieri ha sbandato un quarto d’ora, per il resto è stato in assoluto controllo della partita. Saranno i prossimi due incontri a dirci lo stato di salute del Napoli. Non perdere a Torino e a Istanbul sarebbe molto importante, sia dal punto di vista del risultato sia sotto il profilo psicologico. Non perdere che ovviamente non equivale a non provare a vincere. In linea teorica, Besiktas-Napoli è la sfida più importante ma saremmo alieni a non valutare il peso della sfida di sabato allo Juventus Stadium: una partita con mille implicazioni. Lo scorso anno la Juve giocò con timore. Magari quest’anno cambierà atteggiamento. E non è detto che non sia un bene per noi.

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