Una mossa anche in prospettiva legale: Mancini potrebbe affermare di non aver proseguito con l’Italia perché non c’erano più i suoi uomini fidati
La Gazzetta continua su Mancini d’Arabia. Oggi fa il punto su tutti i collaboratori che l’ex ct dell’Italia porterà con sé.
Più che l’Arabia Saudita sembra un’Italia Saudita. Siamo ai dettagli o quasi. Roberto Mancini sta per diventare c.t. della nazionale del Golfo e porterà con sé tutto lo staff della sua vecchia Italia. Non è un modo di dire: proprio tutto. Nove uomini, forse dieci. Negli ultimi giorni, infatti, c’è stata la svolta. L’ex c.t. azzurro ha deciso di estendere la proposta anche a quei collaboratori che non avrebbe più avuto al fianco dopo il “rimpasto” estivo. E cioè Alberico Evani, il suo vice, e Mauro Sandreani, uno degli osservatori storici, ai quali la Federcalcio non aveva rinnovato il contratto prima della “promozione” di Mancini a supervisore. Una mossa che potrebbe avere effetti anche in prospettiva contenzioso legale: così Mancini potrebbe affermare di non aver proseguito con l’Italia perché non c’erano più i suoi uomini fidati…
Ecco i nomi:
con l’ex c.t. azzurro, a questo punto, andrebbero in Arabia Saudita: Evani, Salsano e Lombardo (staff tecnico), Gagliardi (tattico), il preparatore dei portieri Battara, i preparatori atletici Scanavino e Donatelli, gli osservatori Nuciari e Sandreani. In più c’è il massaggiatore Agostino che lavora già in Arabia. Diversa la posizione dell’eventuale decimo azzurro, il team manager Lele Oriali, che era già a Coverciano prima dell’arrivo di Mancini e che non ha ancora parlato con la Federcalcio. Ma è più che probabile una sua uscita e l’approdo nell’Italia Saudita