Il Giornale si sofferma sul caro biglietti ingiustificato di un campionato che perde sempre più valore, mentre i tifosi si limitano a lamentarsi sui social, ma poi vanno allo stadio
Il Giornale si sofferma oggi sulla questione caro biglietti che, soprattutto in avvio di campionato, sta tanto a cuore ai tifosi che, sui social, si lamentano continuamente dei rincari prezzi degli abbonamenti delle proprie squadre. Ma il problema, sottolinea il quotidiano, è proprio nel lamento fine a se stesso dei tifosi
Il paradosso del tifo italiano sembra essere proprio questo, più il campionato perde valore nei confronti degli omologhi tornei europei, per livello tecnico medio ma soprattutto per obsolescenza degli stadi, più l’italiano si lega alla squadra del cuore. Non a caso il pubblico medio della prima giornata di campionato di serie A è stato di 30.824 spettatori a partita. Senza sfide di grandissimo richiamo.
Ma non basta, insieme al caro biglietti, che vede come unicum la Juve che, almeno per i prezzi delle trasferte ha fissato un tetto massimo di 45 euro, c’è anche la beffa delle società calcistiche.
i club ne approfittano: nessuno compra più un giocatore di un certo livello, anzi se li fanno pure soffiare, piangono miseria e lottano con i bilanci, ma poi pretendono dal loro pubblico una fedeltà continua a suon di centinaia di euro.
Vedi il caso Napoli che avrebbe perso Gabriel Veiga, sbarcato all’Al Ahli per aver perso per cavilli economici che gli hanno fatto perdere tempo nella trattativa.