In conferenza: «I ragazzi prodigio devono avere rispetto del talento che gli è donato altrimenti diventa presunzione, se non ci si lavora»
Il nuovo commissario tecnico dell’Italia, Luciano Spalletti, presenta il match di domani sera contro l’Ucraina. Quella di domani sera a San Siro è una partita di importanza fondamentale per la qualificazione degli azzurri ai prossimi Europei.
«Devo ringraziare il Milan per averci ospitato e averci messo a disposizione tutto ciò che ci occorreva».
Spalletti e i cambi:
«Cambi? Donnarumma sarà titolare. Il ruolo del portiere paga sempre carissimo. A lui non viene perdonato di essere un ragazzo prodigio che ha bruciato le tappe. Gli è stato donato questo talento, noi abbiamo fatto fatica per emergere mentre a lui è stato donato. Lui è come aspettato al varco per andarlo a colpire. Purtroppo si ragiona così. È normale commettere errori, se di errori si vuol parlare, ma bisogna stare attenti: i ragazzi prodigio devono avere rispetto del talento che gli è donato altrimenti diventa presunzione, se non ci si lavora. A volte alcuni ragazzi si perdono in cose che non fanno parte della professionalità e quando sbagliano è difficile difenderli».
Ancora su Donnarumma:
«C’è come un desiderio segreto di fare questi attacchi, a volte l’ho fatto anche io. Sono partito dagli allievi regionali dell’Empoli e quanta fatica per arrivare dove sono adesso…».
Chi giocherà domani:
“Cambi? Dobbiamo ancora fare l’allenamento… Ho difficoltà oggettiva oggi. Un paio non ci saranno perché li abbiamo mandati a casa”.
Un commento anche sul campo in Macedonia:
«E’ facile da gestire questa situazione perché per forza dobbiamo battere tutti quelli che ci mettono davanti. Non possiamo tirarci indietro dal tentativo di vincere qualsiasi partita, deve essere proprio una cosa evidente, ci deve essere nel vederci giocare il piacere dell’azzurro. Bisogna riportare questa giusta equazione tra il piacere e l’azzurro, dobbiamo lavorare in quella direzione lì. Vogliamo vincere e produrre anche un buon calcio, cosa che non abbiamo fatto a Skopje. Nessuno di noi è contento di quella gara, nello spogliatoio era evidente questo dispiacere del risultato e di alcuni momenti della partita. Vediamo domani sera perché lì effettivamente il campo era penalizzazione… Gli ho detto fino a un minuto prima di non trovare scuse, ma c’erano difficoltà evidenti nel fare calcio. Noi siamo entrati in campo per fare la partita e per chi si vuol difendere è più facile. A dimostrazione di ciò ci sono le parole di Elmas che stimo tantissimo e ha detto delle parole ben precise e dure».
Dalla Francia è arrivata la notizia che Verratti ha rifiutato la Nazionale, le parole di Spalletti:
«Non ho fatto in tempo a telefonare a tutti ma a qualcuno ho telefonato. Lui l’ho chiamato e non mi sembra che abbia detto così. Mi ha detto che gli faceva piacere aver ricevuto la chiamata e che avrebbe voluto dare una mano anche da lontano. Anche Bonucci mi ha detto così. Me l’hanno detto tutti coloro con cui ho parlato. Ho parlato anche con alcuni allenatori, alcuni non mi hanno risposto magari non conoscono il mio numero, ma si cerca di fare una gestione più coinvolgente possibile. C’è un progetto da portare avanti e la prima cosa è qualificarsi. Ansia? Ci accompagnerà sempre, noi dobbiamo qualificarci e ora abbiamo una pressione ancora più forte da portarci sulle spalle. Dobbiamo essere sempre più professionisti ma ci vuole quel livello di personalità e carattere che loro ci hanno lasciato. Dobbiamo essere all’altezza della nostra storia. Dobbiamo essere forti come i campioni mitici come è stato Buffon».
Sul calore di San Siro:
«Cosa chiedo ai tifosi di San Siro? Noi dobbiamo saper agire su ogni campo. A volte si reagisce in modo forte con i comportamenti o le parole ma reagiamo a tutto ciò che abbiamo davanti. A volte quando hai molte cose da dire stai zitto e passi da pollo per guadagnarci dopo. A San Siro non ho niente da chiedere, siamo noi che dobbiamo meritare il loro comportamento, che è quello che hanno sempre tenuto. C’è sempre stato calore per la Nazionale e noi dobbiamo guadagnarcelo, li ringrazio in anticipo per questo».
L’Ucraina è un avversario diverso:
«Sono più organizzati della Macedonia e hanno ben chiaro quello che deve essere l’atteggiamento in possesso palla nostro o loro. Noi facciamo un gioco verticale sapendo interpretare quello spazio. Noi dobbiamo essere bravi a fare questo: loro vorranno fare la partita sulle ripartenze cattive, basta guardare il gol che hanno fatto all’Inghilterra. Bisogna fare una buona fase di possesso per ritagliarci lo spazio in questi spazi angusti e stretti per andarci a giocare dentro».
Troppa attesa per i risultati? La risposta di Spalletti:
«Spesso i calciatori sono specchi che riflettono il pensiero degli altri. Diventano l’immagine di quello che la gente pensa di loro se non hanno una personalità forte. È difficile a volte reagire. Io penso di avere una squadra fortissima. Dobbiamo essere Nazionale compatta e con dei valori: quando abbiamo vinto con una Nazionale fortissima, la squadra era una squadra di amici, unita e compatta, con il piacere di frequentare non uno spogliatoio ma la stanza azzurra. Noi abbiamo vinto con calciatori fortissimi ma compatti, un gruppo di calciatori corretto. Questo è anche il nostro progetto. Io parlo con il presidente e la Federazione e questo è il mio progetto: avere una rosa non larghissima, chiamare giocatori anche giovani come faceva Mancini».
Spalletti mette il bene della Nazionale davanti a tutto e a tutti:
«Nelle mie scelte farò calciatori contenti e scontenti ma saranno sempre per il bene della Nazionale. Non lo dico io, lo dice la mia storia. Anche quando facevo casino con un singolo era sempre per il bene della squadra. Ora che sono ct sarò ferocissimo in queste scelte per il bene della Nazionale».