Ha pensato e tuttora pensa di essere stato l’unico demiurgo del terzo scudetto e come Giulio Cesare si è proclamato dittatore a vita di una città e di una squadra
Le pagelle di Genoa-Napoli 2-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Ahinoi, Ilaria, è accaduto quello che temevamo dopo l’infausta notte con gli aquilotti laziali. Altro che deleterio disfattismo di pancia, ruttato di getto. Quella partita purtroppo non è stata un episodio e lo conferma il banchetto di altri rapaci, i grifoni genoani. Stasera c’è stato un Napoli zombificato, azzurri vaganti e svagati. A un certo punto, alla mezzora del secondo tempo, mi è arrivato questo messaggio di un amico e collega del “Fatto”, tifoso di un’altra squadra: “Come è potuta diventare questa la squadra dell’anno scorso?”. Già, come è potuto succedere? Distribuire le colpe qua e là, compreso l’improbabile violinista in panca è un esercizio che tutto sommato depista. La notte genovese dei morti viventi è piuttosto figlia degenere di un delirio di onnipotenza come quello dello scespiriano Riccardo III, laddove la hybris sventra la percezione della realtà. E’ il delirio di chi ha pensato e tuttora pensa di essere stato l’unico demiurgo del terzo scudetto e come Giulio Cesare si è proclamato dittatore a vita di una città e di una squadra, nell’ebbrezza del tripudio popolare. Detto tutto questo, al povero Meret che cosa vogliamo rimproverare? La lentezza sui gol, qualche uscita a vuoto? Davvero pensiamo che il problema sia solo tecnico? – 5
Il Napoli traballa, vacilla, colleziona una serie di obbrobri e scivoloni, fa una figuraccia da mettersi le mani nei capelli. E il “povero” Meret tenta persino di uccidere Ostigard, con un’uscita con i pugni: forse avrà pensato di risolvere così, in via definitiva, il problema dei cambi in difesa, il problema mai risolto dalla società – 5
DI LORENZO. Il povero Capitano, vada come vada, arranca senza sosta e prende pure tanti calci – 5,5
Corre, cerca di resistere, di proporsi, ma non è certo Dio. Deve essere avvilente per un giocatore intelligente e faticatore come Di Lorenzo vedere quello che è diventato il Napoli – 6
JUAN JESUS. Bani gli fa un girotondo completo attorno e segna il primo gol. Ma la responsabilità è solo del povero Giovannino Gesù o anche di chi ha costretto il franco Rudi a mandarlo in campo come titolare perché il difensore palindromo do Brazil è un mistero esoterico pari a quello della Sfinge? – 4
Non è messo bene nemmeno sulla rete di Retegui. Io adoro Juan Jesus, mi piace quando parla, mi è simpatico, fa tanto spogliatoio, ma non può essere il rimpiazzo di Kim – 4
OSTIGARD. Il biondo vichingo almeno qualche anticipo lo sa fare – 5,5
Sì, e sa anche pestare i piedi al suo portiere – 5
MARIO RUI. Tra i più orrifici dei nostri zombie in completo bianco e cartolina vesuviana. Marittiello torna alle origini: combina cappellate varie e non azzecca un traversone – 4,5
Errori su errori, mi viene difficile anche commentare – 4
OLIVERA dal 58’. Fare meglio di Marittiello, stasera, significa anche giocare in maniera basica e incolore, ma senza provocare danni – 5,5
Lui e Kvara si ostacolano a vicenda. Una serata horror – 5
ANGUISSA. Brutto, brutto, brutto. Davvero brutto. Un incubo i suoi 58 minuti – 4
Irriconoscibile, lento, macchinoso, soprattutto svogliato. Non avrebbe dovuto essere l’uomo in più di Garcia? Abbattuto in area in occasione del gol del Genoa resta seduto per secondi interminabili senza neppure provare a metterci una pezza – 4
RASPADORI dal 58’. Un gran gol, soprattutto per la gioia del suo allenatore in nazionale, Luciano Spalletti – 6,5
Entra al posto di Anguissa e già questa è un’eresia. Eppure, gli basta toccare palla per creare una meraviglia di gol. Nel post partita, davanti alle telecamere, è stranamente triste, rabbuiato. Non comprendo come sia possibile che De Laurentiis consenta al suo allenatore di lasciare in panchina un giocatore così o, peggio, di utilizzarlo in settemilamille ruoli diversi per piccoli stralci di partita. Come vanificare una spesa di mercato e un potenziale offensivo. Stessa cosa si può dire di Simeone, la cui faccia, inquadrata dalle telecamere, parlava chiaro – 7
LOBOTKA. Come Diogene, si aggira con la lanterna cercando invano i compagni – 6
Si aggira in campo e sembra chiedersi: “Chi sono io? Cosa sono diventato?”. Un altro esempio di come Garcia stia depauperando una squadra che ha fatto sognare il mondo intero – 5,5
CAJUSTE dal 75’. Cambia chioma e riesce a servire la pelota giusta per Giacomino che fa il due a uno – 6
Almeno entra e crea qualcosa, con la palla a Raspadori. E se non sbaglio è lui che la tocca per Zielinski anche sul secondo gol. Recidivo sul fallo commesso ai danni del Genoa – 6
ZIELINSKI. In una squadra scalcagnata e anti-calcistica per settanta minuti come si fa a definire qualcuno il migliore in campo? Diciamo che il Caro Piotr è tra i meno peggio – 6
Inizia bene, poi il cambio modulo lo penalizza mandandolo in confusione, ma la palla che passa a Politano dimostra tutta la sua qualità – 6
ELMAS. Finanche il Macedone del Nord rinato in nazionale smarrisce l’anima, stasera – 4,5
Sembra subito propositivo, ma becca un giallo dopo pochi secondi di gioco e sparisce. Ricompare con un imbarazzante liscio sulla palla nei minuti finali del primo tempo. Ma la sostituzione è ingenerosa, almeno al rientro dagli spogliatoi. Si poteva aspettare qualche minuto in più – 4,5
POLITANO dal 45’. Indovina solo il gol, peraltro molto bello. Per il resto i soliti ghirigori a perdere e incredibili palle perse – 6
“Politano si scalda in modo insistente a bordo campo”, annunciano i telecronisti. E la domanda esplode improvvisa: “Ma non era infortunato?”. Invece Matteo, improvvisamente guarito, entra in campo come il salvatore della patria. E dopo aver perso palla anche lui con un controllo imbarazzante, si coordina come credo non abbia mai fatto in carriera e segna persino un gol. L’interrogativo sul suo infortunio misterioso, tuttavia, resta – 6
OSIMHEN. Per Victor senza Victoria stasera la pelota è come Godot. Novanta minuti trascorsi ad aspettare – senza voto
Ad un certo punto, al 62′, ne becca una e combatte finché non viene abbattuto. Annullato dai difensori del Genoa – 5
KVARATSKHELIA. Quando si scuote è l’unico che fa sperare, Ilaria, tra incursioni e dribbling. E quel pugno a mo’ di “Che cazzo fai?” rivolto all’incomprensibile Garcia che lo aveva sostituito rappresenta il sentimento, l’umore del tifoso che si ritrova scioccato ma non sorpreso da questo Napoli, perché un conto è temere la deriva, un altro assistervi – 6
Quel “Che cazzo fai?” è estremamente pericoloso. Un gruppo regge, anche quando non è tecnicamente al top (e non è questo il caso del Napoli, sulla cui perizia tecnica credo non si possa discutere) se è unito, soddisfatto, appagato, ma quando uno dei migliori in campo viene sostituito e ha quella reazione non è affatto un buon segno. Kvara ha iniziato la sua partita al 3′, salvando in rovesciata la porta su una palla del Genoa. Al 32′ lo devono strattonare e cinturare in due per fermarlo (peccato che poi, su punizione, ha lanciato la palla alle stelle). Mi ha atterrita la mancanza di sintonia con Osimhen. Tutti segni che non giudico affatto positivi. Lo abbiamo scritto più volte: Kvara va lasciato dentro al campo anche se zoppo. Ma un Kvara in crisi e pure incazzato lo temo moltissimo – 6
ZERBIN dall’88’. L’epicedio del garcismo – senza voto
“Se non si può vincere bisogna non perdere”. Garcia lo ha detto dopo l’infausta partita con la Lazio (la Lazio che ha vinto solo contro di noi, finora, Fabrizio: mi viene da piangere) e la frase mi è risuonata in testa appena ho visto Zerbin entrare in campo. Ma ieri si poteva vincere, Fabrizio. Era un imperativo, vincere. Ovvio che la colpa non è certo di Zerbin – senza voto
GARCIA. Da lui dichiarazioni lunari o irritanti. Cominciamo: “Non bisogna essere preoccupati, sappiamo che per tutte le squadre giocare in campionato prima della Champions è complicato”. A dire il vero lo sa solo lui. L’anno scorso, prima dell’esordio casalingo con il Liverpool (7 settembre, finì quattro a uno per gli azzurri), il Napoli vinse a Roma con la Lazio (3 settembre, uno a due con gol di Kim e del Che Kvara). Poi: “Mi è piaciuto cambiare modulo mettendo Raspadori”. Quale modulo? Qualcuno ci ha capito qualcosa nel Napoli fino al 75’? Infine: “Chi è subentrato ha portato la luce”. Ecco, pure la tronfia presunzione di aver indovinato i cambi per strappare un misero punticino contro una neopromossa. Un autorevole tifoso che ha condiviso con me ed altri la visione dello sciagurato remake romeriano di stasera ha chiosato: “Il problema è capire non se Garcia arriva a Natale, ma ad Halloween”. Tutto vero, tutto giusto. Ma la colpa, ripeto, non è solo sua. Torniamo alla causa prima non causata, ossia a chi ha scelto di ripiegare su di lui, tirandolo fuori dalla naftalina, come se nel Pd, per fare un esempio, richiamassero Maurizio Martina al posto di Elly Schlein – 3
Scrive. E immagino un taccuino pieno di scarabocchi e ghirigori, schemi che probabilmente non comprende nemmeno lui rileggendoli. Perché il suo Napoli non ha né capo né coda, né un principio né una fine. Anzi, la fine è vicina, se si continua di questo passo. Schemi astrusi quanto i cambi, di cui, come hai scritto tu, ha avuto anche la presunzione di vantarsi. Il suo sembra un gioco al massacro. Lo immagino svegliarsi al mattino e pensare: “dove distruggo, oggi, la creatura meravigliosa che ho ereditato? Ma sì, iniziamo da qui”. Dispiace, perché Garcia è una brava persona, un uomo piacevole ed elegante. Ma non è che ci si improvvisa allenatori. La cosa che mi fa più orrore è che intravedo la distruzione di un gruppo che ha fatto della sua sintonia e della sua unità la sua principale forza. Ieri c’era quasi aria da ammutinamento. A parte Kvara, lo hai visto Raspadori nel post partita? Ed Elmas seduto dopo essere stato sostituito? E la tristezza di Simeone in panchina? E Lobotka privato dell’alone luminoso che lo avvolgeva come un santo? Come non saper gestire un gruppo e mandarlo in confusione. L’accenno alla Champions l’ho trovato persino offensivo: vuoi vedere che la colpa di questo scempio in campo è dei giocatori che pensano alla Champions? Persino il pallone, ad un certo punto, atterrito, ha deciso di sgonfiarsi… – 2
ARBITRO FABBRI. Supponente e pieno di sé, nega almeno un rigore al Napoli – 3
Meglio, Fabrizio. Ieri di sicuro lo avremmo sbagliato.