La flessione è cominciata la scorsa stagione. La data è il 19 marzo: da allora il georgiano non fa più gol. Senza di lui, è un altro Napoli
19 marzo 2023. Una data, una semplice data, se non fosse che è oramai cerchiata in rosso sui calendari degli statistici di tutta Italia. È la data dell’ultimo gol di Khvicha Kvaratskhelia. Un rigore, in realtà, realizzato nell’ambito di una prestazione maestosa che il georgiano, in grande giornata, offrì contro il Torino di Juric. Quel giorno Kvara fece anche un assist e un quasi-assist. I più attenti ricorderanno.
Da quel momento, è innegabile che qualcosa si sia inceppato. È inutile mettersi i prosciutti davanti agli occhi e far finta di non vederlo. Ed è altrettanto inutile addossare al malcapitato Rudi Garcia le colpe di un’involuzione palese. Un’involuzione che non riguarda certo soltanto il calciatore ma che riguarda il Napoli, tutto il Napoli, perché al periodo di appannamento di Kvaratskhelia non sono corrisposte, né con Spalletti né con Garcia, soluzioni tattiche e tecniche alternative realmente credibili, capaci di portare il Napoli allo stesso livello di gioco e di risultati. Ma d’altronde, come ha ricordato anche ieri Mourinho, sono i giocatori a fare gli allenatori. E alcuni, fortissimi come Kvara, diventano imprescindibili.
Ebbene, come in verità è stato già sottolineato dopo la partita contro la Lazio, la memoria selettiva e l’inebriante festa scudetto non hanno forse permesso di guardare con attenzione quello che è accaduto da quel 19 di marzo fino alla fine della scorsa stagione. Ripercorriamo il percorso insieme: Napoli-Milan 0-4, Lecce Napoli 1-2, Milan-Napoli 1-0, Napoli-Verona 0-0, Napoli-Milan 1-1, Juventus-Napoli 0-1, Napoli-Salernitana 1-1, Udinese-Napoli 1-1, Napoli-Fiorentina 1-0, Monza-Napoli 2-0, Napoli-Inter 3-1, Bologna-Napoli 2-2 e Napoli-Samp 2-0. Un ciclo di tredici partite in cui il Napoli di Spalletti realizzò solo quattordici gol, senza – francamente – giocare mai partite tanto degne di nota. Qualcuno pensò ad un rilassamento, con lo scudetto in tasca, ma qualunque fosse la ragione il dato è questo. Ed è impietoso, s’intenda. Per rendere l’idea, il Napoli mise a segno meno della metà dei gol che aveva fatto nelle tredici partite precedenti, che invece furono trentadue (sempre tra campionato e Champions).
Ma andiamo ancora più nello specifico. In quei quattordici gol ci sono due rigori, un autogol, un regalo di Skorupski e quattro reti dopo l’85esimo minuto (più frutto della motivazione che del gioco). Nelle ultime tredici Kvaratskhelia, com’è noto, sul tabellino non c’è mai, né coi gol né con gli assist. Nelle tredici precedenti, invece, sempre per fare un raffronto, l’ex Batumi aveva fatto 6 gol e 6 assist, oltre a causare l’autogol di Ismaijli contro l’Empoli con un tiro da fuori. Un impatto completamente diverso, sublimato nel gol strepitoso segnato all’Atalanta.
E allora, provando una volta per tutte ad uscire dalle ambiguità, se tanti indizi fanno una prova la prova è che il Napoli, se non ritrova il miglior Kvaratskhelia, è – in termini di pericolosità offensiva – un’altra squadra. C’è poco da fare. Questa estate si è parlato tanto del Napoli con Osimhen e del Napoli senza Osimhen, di Spalletti, di Giuntoli, di Kim. Forse però si è parlato troppo poco dell’importanza del georgiano per questa squadra.
Ora il caso è ufficialmente aperto. In campo, col battibecco di Genova dopo l’incomprensibile cambio di Garcia, e fuori dal campo, col degradante tweet sulle “cazzate” scritto dal Napoli in merito ad un candidato al Pallone d’oro che guadagna meno della metà di Demme – perché anche questo è un dato.
Rudi Garcia, a meno di catastrofi, non verrà esonerato. Ed in realtà i dati dimostrano che i problemi del suo Napoli non sono così diversi da quelli dell’ultima parte della scorsa stagione, checché se ne dica. Il suo ingaggio non ha entusiasmato nessuno, perché ha messo in mostra tanto di confusionario e poco di progettuale. Ma oggi è lui l’allenatore del Napoli. Ed il suo compito prioritario, se vuole svoltare la stagione degli azzurri, è quello di trovare soluzioni (tattiche e non solo) che riportino quanto prima Kvaratskhelia ai suoi livelli realizzativi. Che lo rimettano immediatamente al centro del villaggio. Altro che gestione, altro che cambi al novantesimo. Dal recupero del miglior Kvara dipende la stagione del Napoli.