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Garcia ancora non sa a che gioco giocare ma forse non è lui il problema

Bisogna cambiare. La sensazione è che il francese stia tentando di farlo. Ma probabilmente trova resistenze all’interno del gruppo.

Garcia ancora non sa a che gioco giocare ma forse non è lui il problema
Db Dimaro (Tn) 20/07/2023 - amichevole / Napoli-Anaune Val di Non / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Rudi Garcia

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 4° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

Voci inquietanti giungono in Villa miste alle note del sublime Viviani.

L’obbligo professionale del concerto mi nega il rituale spaparanzo da divanista tifoso, corroborato da birra e pessimo wurstel.

Araldi funesti annunciano che a Marassi è disfatta.

S’incrina – si fa per dire – anche la gioia consueta per i versi del Sommo Stabiese.

A venti minuti dalla fine, partita finita.

“Uhè! Io aspetto ca gira nu poco ‘o munno ‘a parta mia!”

Il Sapunariello urla la sua sfida disperata al cielo.

Agli applausi la notizia di un isperato pareggio.

Frettolose strette di mano ad amici e appassionati convenuti. Cena di rito frugale e impaziente.

E corsa alla differita televisiva.

Marassi è uno spartiacque.

Bisogna subito cancellare la sberla del Sor Polpetta di sette giorni prima.

Stradivari Garcia (sì, lo chiamerò così) schiera un Napoli tutto sommato “spallettiano”.

Non dissimile da quello di fine campionato.

Ma è un Napoli smarrito.

Troppo lento e troppo pesante sulle gambe.

Troppo lungo per consentire le eccellenze di Charlie Brown.

Troppo scollato fra i reparti.

Che isola troppo Osi e Kvara.

Risultato: Zero tiri in porta.

Mentre i grifagni si esaltano e ne fanno due.

Prima Bani, su angolo discutibile, che elude Jesus. Poi Retegui.

A venti minuti dalla fine, partita finita. Ed è disfatta.

Stradivari non sa che pesci prendere.

Appare smarrito e confuso, il tecnico francese.

Non propone niente. Perché privo di una elementare idea di gioco da proporre.

Poi improvvisamente la luce.

Si fa fatica a crederlo, ma Stradivari azzecca i cambi.

Entrano Politano e Jack, per fortuna freschi degli allenamenti in settimana con Fra Cipolla, Entra Cajuste.  E tutto cambia.

Lo svedesino becca Jack per un lampo mancino pregevole.

Il Signorinello Pallido s’inventa una palla splendida per l’esterno romano che a volo indovina il sette.

In una manciata di minuti la squadra rimedia con l’orgoglio e il carattere dei singoli a un tracollo di squadra che ormai sembrava acquisito.

Mancano pochi minuti. Si può tentare il tutto per tutto.

Sì si può anche tentare di vincerla.

E qui invece Garcia si immortala.

Come la Concetta col caffè di Luca Cupiello.

Fa uscire Kvara.

Il genietto che possiede il dono dell’imprevedibilità.

Non per il danese o per il Cholito. Che garantirebbe l’arrembaggio. No.

Per un anonimo e anemico Zerbin.

Qual è il segnale?

Se la sta facendo fra le braghe. Questo è il segnale.

Ha una fifa matta di perdere. E non vuole osare.

L’icona del giorno è l’immagine di Kvara mente esce dal campo.

Raggruppa la mano a pigna e la scuote.

Un’immagine simile, il Divin Codino la dedicò a Sacchi nell’antico mondiale d’America. Con l’aggiunta di un labiale icastico ed eloquente che il fantasista regalò in mondovisione: “Ma è scemo?”

Finisce in parità ed è certamente un punto guadagnato per come si era messa.

Ora tutti a chiedersi cosa succede al Napoli.

Spezzerò di malavoglia una lancia in favore del tecnico francese Garcia.

Il Napoli nelle ultime 17 partite della scorsa trionfale stagione fece 25 punti.

Dopo lo 0-4 dal Milan, datato 2 aprile, non ci capì più nulla.

Kvara sempre raddoppiato e Osi sempre ingabbiato.

Charlie Brown sistematicamente schermato.

Tutti ormai avevano imparato il gioco di Fra Cipolla.

E tutti avevano trovato gli antidoti.

Il Napoli che Garcia ha schierato nel primo tempo a Marassi – ripeto – è né più né meno quello lì.

Dunque forse non è Garcia il problema.

Bisogna cambiare.

La sensazione è che il francese stia tentando di farlo.

Ma probabilmente trova resistenze all’interno del gruppo.

Bisogna cambiare.

Per cambiare ci vuole tempo, lavoro.

E soprattutto fiducia.

La giornata offriva un menu d’eccezione.

Il Derby fra le due capoliste a punteggio pieno.

L’Inter si presenta con le quattro vittorie consecutive dell’anno.

In tribuna la presenza del Ministro delle Infrastrutture in maglia rossonera, non è un presagio rassicurante.

È un uragano di gol.

Passano appena 5 minuti e Thuram vola sull’out, si beve il Thiaw in ammollo, crossa al centro per Di Marco che svirgola  al Pippofranco armeno.

Vantaggio.

I due nerazzurri saranno i protagonisti della serata.

Ma è il figlio d’arte a meravigliare.

Grande personalità. Grande prestanza fisica e grande velocità. Brutta giornata per il malcapitato Thiaw.

Il raddoppio è una prodezza, un autentico capolavoro, assolutamente imparabile.

Azione da cineteca.  Perfetto contropiede nerazzurro.

Il Toro smarca Dumfries sulla destra.

Sul cross controllo di Thuram e bolide destro che si infila nell’angolino dove Maignan non può arrivare.

Louvre del calcio.

Il Diavolo reagisce.

Leao vola sul passaggio smarcante di Giroud, resiste al recupero di Bastoni e batte Sommer con un bel diagonale. di destro.

Sembra riaperta.

Ma la richiude subito Inzaghino, con tre cambi perfetti e non semplici.

A parte Dimarco, mette dentro Frattesi per Barella, uno che lui non cambia mai.

E poi addirittura Arnautovic per Thuram, il migliore in campo.

Dall’altra parte i tre nuovi acquisti rossoneri Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic, che mi avevano tanto entusiasmato nelle prime tre partite, stavolta girano a vuoto.

Così i Suninter bauscia danno un’altra lezione di gioco.

Combinazione tra Toro e Pippofranco.

L’Armeno arriva in corsa e punisce l’orribile difesa rossonera firmando la rete del 3-1.

E non finisce qui.

Alla fine sarà manita.

Sugli spalti qualcuno segnala Greta con un cartello: “L’Inter c’inquina”.

Quinta sconfitta consecutiva nel derby per i casciavit.

Pioli in bilico. A Milanello si rivede Ibra.

In attesa del Derby, allo Stadium scende Sor Polpetta per dimostrare che i suoi Aquilotti mica sono quelli visti al Maradona.

Ma sono proprio queste quaglie da barbecue qui.

Con un Ciruzzo ormai ai giardinetti.

E Kamara che proprio non ha il fisico e il tocco del Sergente, ormai inebriato dagli ozi dorati d’Arabia.

La società juventarda ha molto da fare.

Deve nascondere alla meglio, per il momento sotto al tappeto – già di per sé gonfio di antiche e recenti sozzure – i guai per il caso Pobga.

Poi più in là si vedrà per un’altra patteggiata, e un altro indolore buffetto di ammonimento sulla guancia.

Acciughina ha però un duo d’attacco davvero invidiabile, per come si compensano.

In più in questo momento i due scoppiano di salute entrambi.

Il serbo è completamente rinato e sigla due gol davvero belli belli.

Il primo, in verità, con il solito sospettuccio di un pallone precedentemente uscito.

Sì, andiamo, dicono i difensori, si vede benissimo che è un millimetro dentro.

Le migliaia immagini tv non chiariscono nulla.

Anzi alimentano i sospetti di photoshop manipolati.

Ma viva il brand Juve! E il campionato più bello del mondo!

Insomma concludendo.

Acciughina gioca una partita quasi decente contro Sor Polpetta.

I Suninter vincono il Derby.

Dybala fa il fenomeno con l’Empoli.

Stradivari Garcia ancora non sa a che gioco giocare.

Un’altra giornata senza sorprese.

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