La vittoria arriva con un autogol all’88esimo. La squadra si impegna, non c’è dubbio. Ma la malattia c’è, la diagnosi non ancora
Ci vuole anche culo nella vita. E il Napoli di Garcia dimostra di averne. Al minuto 88 di Braga-Napoli, con le squadre sull’1-1 dopo il pareggio portoghese, una clamorosa autorete portoghese consegna i tre punti agli azzurri. E al 94esimo i portoghesi colpiscono un palo. Amen.
Non facciamoci illusioni. Il Napoli è malato. La diagnosi non è precisa. Il Napoli non si sa bene cosa abbia. Di certo non sta bene. E in campo non sa che cosa fare. I calciatori sono smarriti. Si impegnano, perché si impegnano, ma sotto la tenacia e l’abnegazione c’è ben poco. Altrimenti non si può mai rischiare di pareggiare contro i modestissimi portoghesi del Braga lo scorso anno in questo stadio sconfitti 0-4 dalla Fiorentina di Italiano.
Ma un aspetto positivo c’è. Braga-Napoli ha fugato i dubbi dei più riottosi: non c’è alcuna resistenza da parte dei calciatori. Non remano contro. Si impegnano, ce la mettono tutta e l’esultanza al primo gol di Di Lorenzo è solo la più lampante dimostrazione. La squadra si impegna eccome. Ce la mette tutta. Che poi l’abnegazione evidenzi ancora di più gli attuali limiti della formazione, è un altro discorso. Ma da questa sera ogni cade argomentazione dei complottisti. Giocatori e allenatore remano nella stessa direzione. Braga-Napoli ha detto questo. Oltre ad aver detto che i portoghesi sono una squadra assai modesta con una fase difensiva che in Italia non garantirebbe la Serie A. Ma non è colpa del Napoli se sono approdati in Champions.
Il Napoli la partita la gioca e la fa, almeno nel primo tempo dominato e chiuso 1-0 con gol del capitano Di Lorenzo al minuto 46. Alla rete, Garcia – in giacchetta antipioggia e cappellino – tira un sospiro di sollievo. Cominciava a sentire sulla pelle quella fastidiosa sensazione di essere sotto l’influsso di una maledizione. Perché nel primo tempo il Napoli di occasioni ne ha. Osimhen si batte. Colpisce due volte i legni: una volta di testa e una di destro. A inizio partita si divora la rete che la difesa portoghese gli serve su un piatto d’argento con un retropassaggio assassino. Un gol mangiato che ricorda quello che si divorò Ciro Muro nella remota Tolosa nel 1986. Osimhen calcia sul portiere.
I portoghesi in difesa sono inesistenti. In attacco qualcosa imbastiscono. Nulla di trascendentale, ma contro questo Napoli può bastare. Mentre alla vigilia erano circolate notizie sull’utilizzo di Natan come titolare, nella realtà il brasiliano non solo è rimasto in panchina ma quando al 13esimo Rrahmani esce per infortunio, Garcia in campo spedisce Ostigard. Ma Natan il suo esordio lo fa: al 90esimo al posto di Zielinski per difendere il 2-1. Ostigard gioca la sua partita anche se nel primo tempo rischia un clamoroso autogol come quello dell’olandese Brandts in Olanda-Italia 2-1 al Mundial argentino 78. Per fortuna la palla lambisce il palo.
Nella ripresa il Napoli un po’ si affaccia in attacca ma soprattutto difende il risultato. Può sembrare irrealistico, ma è così. Non c’è da lamentarsi, la realtà va affrontata. Consigliamo ai nostalgici di non andare con la memoria alle trasferte di Glasgow o di Amsterdam contro l’Ajax. Questo è un altro Napoli. In costruzione. Che si batte con ardore, consapevole che questo è il momento della trincea. Il livello è basso, direbbe Pazzaglia. Ma questo è. Anche stasera Kvaratskhelia va in panchina anzitempo, al 65esimo, ma stavolta non viene sostituito da Zerbini bensì da Elmas. Allo stesso minuto Raspadori entra in campo per Politano.
Al minuto 84 i portoghesi pareggiano. E quando sul Napoli e su Garcia sta per calare uno tsunami processuale di giorni, ecco che arriva l’autorete di Niakate. Tutto è bene quel che finisce bene.
Lasciateci lo spazio per un commento libero: il Napoli sta piuttosto inguaiato ma almeno è animato da tanta buona volontà. Anche se, paradossalmente, l’impegno ha rso ancora più evidenti le lacune tattiche. L a vittoria oggi è grasso che cola. Ci voleva un gruppo vero per vincere in queste condizioni, sia pure col modestissimo Braga.