Bello Natan che esulta per una scivolata in area. Attenti a esaltarsi per quell’abbraccio, anche Insigne corse incontro ad Ancelotti
Le pagelle di Braga-Napoli 1-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Dimorare tra i pali, in questo sinistro stadio nella roccia, coi due difensori biondi (uno naturale l’altro pittato) protagonisti di un letale disaster movie, beh deve essere stato un terrificante cimento, Ilaria. Compensato in quel finale angosciante da meritata ciorta (il clamoroso tiraccio di Horta e il palo di Pizzi) – 6
Meret non ha colpe sul gol preso ma se ci ripenso a mente fredda ancora mi chiedo: come diavolo ha fatto il Napoli a prendere un gol da una squadra come il Braga? – 6
DI LORENZO. Tanti dei compagni sono ancora zombificati, come nella penosa serata di Marassi, e l’Eurocapitano è l’eroe buono che segna e poi raduna festosamente i morti viventi per farli scetare – 7
Sembra uno dei pochi, forse l’unico, a non aver mangiato la mela avvelenata che ha trasformato il Napoli in un brutto anatroccolo nelle ultime due partite di campionato. Prima costringe il portiere del Braga a fare un miracolo su un suo tiro, poi addirittura segna e ancora una volta con un gol di cattivera, da attaccante più che da difensore. Poi, a coronamento e ad abbellimento dell’impresa, corre ad abbracciare la panchina nella speranza di liberarla dall’incantesimo della strega cattiva – 7
RRAHMANI. Recuperato, come no. Dura appena tredici minuti. E la scelta di mandarlo in campo dimostra il dramma che stiamo vivendo in difesa, oggi diventata una striscia alla mercé persino degli scarsi lusitani – senza voto
Una bella intuizione schierarlo in campo non ancora recuperato al cento per cento, non c’è che dire – senza voto
OSTIGARD. Forse tocca davvero ricredersi su questo stallone vichingo. Al 30’ fa un macello cui rimedia con un tocco in corner che leva cinque anni di vita al povero Meret. Quasi un’ora dopo propizia l’improbabile pareggio del Braga con una sciagurata uscita palla al piede (si fa per dire). Ma non è finita: un orrido colpo di testa al 95’ favorisce Pizzi che prende il palo – 4
Diciamo che si salva dal probabile linciaggio dei tifosi solo perché il Braga assomiglia ad una squadra di sesta categoria – 4
JUAN JESUS. Il lesto Djalo, che ha quasi dieci anni in meno di lui, è sovente imprendibile per Giovannino dalla gialla chioma. E il pareggio del Braga è metafora della tragica questione difensiva di quest’anno: il norvegese perde palla, poi Giovannino Gesù rimane impalato a qualche metro da Bruma. Questo è. Purtroppo – 4,5
Guardare in questo momento la difesa del Napoli mi fa pensare a “Oggi le comiche” o a “Scherzi a parte – 4
OLIVERA. Tra lui e il fantasma di Marittiello avvistato a Genova, possiamo dire che in questo Napoli senza identità anche la sinistra non è più una certezza. Anzi – 5
Bruma lo annulla in più riprese mentre lui sembra aver perso le coordinate per comunicare con Kvara – 5
ANGUISSA. L’ovunquismo combattente è sparito. Al suo posto un lento pede che fa svarioni da calcio minore, molto minore, sino alla fine. Al 18’, per dire, perde palla in modo ignobile e presuntuoso davanti all’area azzurra, indi fa fallo e viene ammonito. Un tafazzismo irritante. Incredibile come sia rimasto in campo senza essere sostituito – 4,5
C’è un calciatore del Braga in particolare che mi ha colpita: José Fonte. Più volte i telecronisti lo hanno nominato e si è trattato sempre di errori e svarioni, impossibile non esserne affascinati. Ebbene, Fabrizio, anche il Napoli ieri sera aveva il suo José Fonte: Anguissa. Come si fa a pensare che il gioco possa passare attraverso Zambo e non attraverso Lobotka? – 4
LOBOTKA. Insieme con l’Eurocapitano, al martoriato Lobo tocca tenere in piedi la baracca affinché non crolli del tutto – 6
Per carità, non gioca una brutta partita, ma è così uno spreco vederlo ridotto a un ectoplasma che fa venire tristezza – 6
ZIELINSKI. Al solito ci sono momenti in cui si vede, altri no. Ha però il merito di trovarsi spesso al posto giusto nell’area avversaria. Certo, spreca. Epperò provoca con l’aiuto di un santo ginocchio portoghese la rete dell’uno a due – 6
Il più vivace del centrocampo – 6,5
NATAN dal 90’. Doveva debuttare stasera e invece è entrato al 90’ al posto di un centrocampista. Cui prodest? Mah! – senza voto
Dopo pochi secondi dall’ingresso in campo va in scivolata per salvare la porta e si esalta. Bellissimo: ha stretto i pugni ed esultato come se avesse segnato un gol. Mi ha fatto tenerezza. Vuole giocare, non chiede altro. Nel dubbio spazza qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Anche Kim, in fondo, all’inizio, lo faceva! (è una speranza!) – senza voto
POLITANO. Tratteggia parabole da una parte all’altra del campo e azzecca un paio di buoni traversoni, poi piano piano svanisce – 6
Dinamico sulla sua fascia e volenteroso nel tentare la giocata più concreta ma a volte Politano mi sembra il giocatore più sgamato d’Europa: sembra che le sue incursioni siano carta conosciuta per tutti – 6
RASPADORI dal 66’. Il Napoli del Violinista è un caos lento e Giacomino entra nella fase irreversibile di questa confusione a velocità zero – 5
Dalla sua ha una grande voglia di essere determinante – senza voto
OSIMHEN. Al 4’ da Fonte, nomen omen, zampilla un meraviglioso dono che lui getta nel water sparando sul portiere, e non in porta. Poi ci si mettono i pali e Matheus, il pipelet lusitano. Osimhen è vivo e lotta con noi ma questo non basta a chiudere la partita – 6,5
Anche per questo parlavo di incantesimo della strega cattiva in principio di pagelle: ieri per Osimhen la porta sembrava stregata. Ma non riesco ancora a comprendere perché, nei minuti iniziali della partita, ha tirato in bocca al portiere senza nemmeno accennare un dribbling – 6
SIMEONE dal 90’. Senza voto
Che spreco, Fabrizio, che spreco… – senza voto
KVARATSKHELIA. Un’altra prova mediocre anche se qualche suo bagliore illumina l’insolita roccia brutalista di Braga – 5,5
Alcune buone cose e anche altre che dimostrano che non è ancora il Kvara che conosciamo. E’ tristemente intristito – 5,5
ELMAS dal 66’. Come Giacomino: il caos lento di Garcia rende innocuo pure il Macedone del Nord – 5
Elmas resiste: è un buon segno – senza voto
GARCIA. Assomiglia sempre di più al don Abbondio manzoniano: se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare. Il suo Napoli non è capace di comandare nemmeno a Braga. Subisce fino all’inverosimile e la scansione dei cambi non è segno di lucidità. Al netto però della presunzione pregna di avidità dimostrata con l’acquisto di Natan, il Napoli aureliano ha ormai messo in evidenza un limite strutturale: l’incapacità di gestire la successione degli allenatori più identitari avuti in panca. E’ successo dopo l’addio di Sarri, succede adesso dopo il violento strappo di Spalletti. E in entrambi i casi, il presidente si è illuso di replicare il quattro-tre-tre con tecnici sopravvalutati come Mister Veleno (dopo l’inopinato esonero di Ancelotti) o dimenticati come il Violinista. Il rapporto squadra-allenatore può essere anche migliore di quello che possiamo pensare, ma l’incognita principale resta sempre la terza, il padrone diventato imperatore dopo il tricolore. Senza dimenticare che anche Insigne a Salisburgo corse verso la panchina di Re Carlo, come stasera l’Eurocapitano. E sappiamo tutti poi come andò a finire – 4
Il Napoli ha di certo condotto la partita su un deludentissimo Braga. Sì, la sfortuna, certo, ma anche tanta imprecisione e confusione. E anche molti errori tecnici, che dal Napoli non ti aspetti. Il risultato è stato una vittoria striminzita laddove avrebbe potuto e dovuto essere una goleada. Alla fine l’abbiamo portata a casa per un autogol, ma a volte non bisogna fare troppo gli schizzinosi di fronte al risultato. Imbroccare i tre punti alla prima di Champions non è poco, comunque essi arrivino. La cosa avvilente, oltre che estremamente preoccupante, è lo stato di salute della nostra difesa. E la sensazione che Garcia abbia più volte improvvisato durante la partita – 5
ARBITRO GOZUBUYUK (OLANDA). Un tulipano di origini ottomane votato all’estrazione del giallo – 4
Ammetto che l’arbitro mi ha rubato l’attenzione per gran parte della partita: aveva una capigliatura spaziale. Una bellissima calotta compassata e sistemata ad arte con quintali di gel. Una meraviglia da vedere. Alla fine del match non aveva nemmeno un capello fuori posto.