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Scarpati: «Lino Banfi faceva finta di essere a dieta e di nascosto si faceva portare il suo “vero” pranzo»

Al Corsera: «Una volta andai nel camerino di Eduardo De Filippo e riuscii a dire solo “bravissimo!”, feci la parte del cretino superficiale»

Scarpati: «Lino Banfi faceva finta di essere a dieta e di nascosto si faceva portare il suo “vero” pranzo»
Roma 05/07/2016 - Presentazione dei palinsesti RAI per l'autunno 2016 / foto Insidefoto/Image nella foto: Lino Banfi-Giulio Scarpati ONLY ITALY

Il Corriere della Sera intervista Giulio Scarpati, 67 anni, reso famoso sicuramente per il personaggio di Lele, nella fortunata serie «Un medico in famiglia»

Banfi, un compagno di scena insostituibile?

«Era divertente stare con lui anche dietro le quinte, ma era fissato con la sua “finta” dieta!».

Finta?

«Il set era a Cinecittà e i nostri camerini nei container. Nella pausa pranzo Lino mi faceva puntualmente vedere il vassoietto, da lui richiesto, con risicate pietanze. Ma un giorno, mentre mangiavo nel mio camerino, vedo entrare, da un ingresso secondario, un tizio con un vassoio gigante, con ogni sorta di prelibatezze, che si dirigeva verso il camerino di Lino: evidentemente non stava a dieta… di nascosto si faceva portare il suo “vero” pranzo!».

Racconta gli inizi difficili di ragazzi che vogliono fare teatro e afferma con orgoglio che il suo primo spettatore importante l’ha avuto a 16 anni: era Pier Paolo Pasolini

Per quale spettacolo?

«Mentre frequentavo ancora il liceo, mi ero iscritto al laboratorio diretto da Elsa De Giorgi, cara amica del grande scrittore. Per il saggio di fine anno recitavamo con la nostra insegnante le laudi umbre del Duecento. Io impersonavo San Giovanni, Elsa era la Madonna e fu lei ad avvertirci che era presente Pasolini: per me fu un autentico shock ma, stranamente, fu proprio Elsa ad avere un vuoto di memoria e, incredibile a dirsi, le andai in soccorso io che, avendo studiato bene l’intero copione, la abbracciai per sussurrarle all’orecchio le battute da pronunciare. L’emozione può giocare brutti scherzi. A me è capitato persino da semplice spettatore di un mitico attore».

Chi?

«Eduardo De Filippo. Erano i primi anni Ottanta e già calcavo regolarmente le scene e i set. Una sera vado ad assistere a un suo spettacolo, credo fosse una delle sue ultime apparizioni in palcoscenico. Al termine, mi presento nel suo camerino. Mi ero preparato un bellissimo discorso per fagli i complimenti, ma quando me lo sono trovato davanti, sono riuscito solo a esclamare: bravissimo!».

E lui?

«Mi guarda, sorride e risponde: grazie!… Che altro poteva dire? Mi sarei preso a schiaffi: volevo fare bella figura, quello intelligente con frasi appropriate, e invece feci la parte del cretino superficiale».

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