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Nino Formicola: «Senza Zuzzurro ero perso, andai all’Isola per pagare le bollette»

Gaspare parla al Corsera del compagno di scena a dieci anni della sua morte: «Ho ancora il suo numero nel mio cellulare»

Nino Formicola: «Senza Zuzzurro ero perso, andai all’Isola per pagare le bollette»

«Ho ancora il suo numero nel mio cellulare».

Il Corriere della Sera intervista Nino Formicola (in arte Gaspare) a dieci anni dalla morte del suo storico compagno d’arte Andrea Brambilla (Zuzzurro). Un’intervista carica di tristezza e di ricordi

«Avremmo dovuto andare in scena con lo spettacolo “Non c’è più il futuro di una volta”. Era ottobre 2013 e io andavo tutti i giorni all’Istituto dei Tumori a trovare Andrea. In giro per strada vedevo i manifesti con noi due, che pubblicizzavano il nostro cabaret. Era un dolore immenso. La sera prima che lui morisse, mentre mangiava il polpettone che gli avevo portato in ospedale, facevamo progetti su cosa fare l’anno seguente. Lì ho capito che lui sapeva che si stava avvicinando la fine, ma voleva lottare fino all’ultimo».

Quarant’anni di condivisione artistica e umana, sono un mondo. È così Nino?

« Anche dopo la sua morte, ogni volta che mi veniva in mente qualche progetto di lavoro, pensavo immediatamente “Devo dirlo ad Andrea”. Noi siamo stati l’unica coppia che funzionava anche con i nomi scambiati: Zuzzurro e Gaspare oppure Gaspare e Zuzzurro. È uguale. Nessuno penserebbe mai di dire Ollio e Stanlio».

 Ripartire dopo una vita in coppia non è stato facile, ed è ripartito dall'”Isola dei famosi”

«Fu proposta anni prima a me e Andrea, ma rifiutammo. Poi quando sono rimasto solo ho accettato. Perchè? Perchè sembrava che io fossi morto senza Andrea. A un certo punto dovevo dire al mondo: “Signori io sono ancora qui. Sono solo, non sono Bonolis o Gerry Scotti, devo pagare le bollette. Certo ero imbarazzato ad accettare dopo tutto quello che avevo detto, ma alla fine è stato giusto così. E ho pure vinto».

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