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Prandelli: «Dopo Sampdoria-Fiorentina sentivo malessere appena entravo al centro sportivo»

Sulle sue dimissioni: «Persone specializzate mi hanno consigliato di staccare un po’. Altri allenatori mi hanno detto di aver provato cose simili»

Prandelli: «Dopo Sampdoria-Fiorentina sentivo malessere appena entravo al centro sportivo»
Db Volta Redonda (Brasile) 08/06/2014 - amichevole / Fluminense-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cesare Prandelli-Gabriele Pin-Maurizio Viscidi

Cesare Prandelli, ex allenatore della Nazionale, è tornato a parlare del suo addio al calcio e alle panchine. L’ultima esperienza alla Fiorentina poi ha deciso di smettere. Le suo parole a Radio Serie A:

«Quando accettai di tornare alla Fiorentina c’era il Covid ed era una situazione complicata anche a livello personale. Mi sono portato sulle spalle tanti problemi, forse avrei dovuto limitarmi a fare l’allenatore e più andavo avanti e più mi rendevo conto che ero un po’ solo. Non c’era condivisione sulla progettazione. Quando Quagliarella ha fatto gol in un Sampdoria-Fiorentina ho sentito un vuoto dentro di 4-5 secondi, mi è mancata proprio l’aria. Ho parlato con persone specializzate e mi hanno consigliato di staccare un po’, sentivo il peso della responsabilità, un assillo mentale e un coinvolgimento totale che mi dava malessere ogni volta che entravo al centro sportivo».

Una situazione non facile quella vissuta da Prandelli che continua:

«Quando Dusan fece 3 gol a Benevento io mi sentivo ancora a disagio e la cosa è continuata per qualche giorno. Dopo la partita col Milan ho deciso di staccare ma non è stata depressione. Non ho avuto paura, anzi piano piano mi sono alleggerito. Molti altri allenatori mi hanno chiamato, mi hanno detto di aver provato cose simili e mi hanno consigliato di riprovarci in un’altra squadra, ma mi piaceva l’idea di chiudere a Firenze. La Fiorentina mi è rimasta nel cuore, all’inizio ho fatto fatica a rivederla, ora la seguo con amore, ma non sono più tornato allo stadio. Ma sicuramente succederà».

Questa estate, al Corriere della Sera, Prandelli aveva spiegato così le sue dimissioni:

«Mi sono ammalato di troppo amore, non è retorica. In quegli stadi vuoti in cui ogni cosa era, insieme, amplificata e silenziosa, avevo perso il riscontro diretto con le cose, sembrava una bolla marziana. E poi io voglio troppo bene alla Fiorentina, non posso vederla soffrire e tantomeno sentirmi responsabile di questa sofferenza. Mi sentivo come quando vedi tuo figlio che sta tentando una cosa e vorresti farla tu ma non sei in grado, perché non puoi farla. Questa è la sensazione che ho avuto. Vuoto e impotenza».

 

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