Ma perché un signore che ha fatto la storia del calcio come Arrigo Sacchi deve essere trattato con fare mafioso dal signor Ibrahimovic senza che dagli studi tv nessuno si azzardi a mandare a quel paese il «campione»? Perché un calciatore può impunemente permettersi di dire a un opinionista che parla troppo e nessuno gli leva il microfono e lo invita ad abbandonare la postazione? Perché ai calciatori è consentito qualsiasi atteggiamento arrogante e scostumato pur di averli davanti a una telecamera? Perché il giornalismo sportivo – televisivo e non – si è così asservito?
Qualcuno dirà che nessuno ha difeso Sacchi come avrebbe meritato (Pistocchi lo ha difeso, ma le frasi di Ibra avrebbe meritato una reazione più veemente) perché la tv è del presidente del Milan. Ma il punto non è solo quello. Ogni post-partita è condito da interviste genuflesse e relative risposte ovvie e annoiate.
Ma perché i giornalisti devono stare lì con il microfono in mano a porre domande timide a persone che tirano due calci a un pallone o li allenano a farlo? Non se ne può fare a meno? Perché chi gioca al calcio non può essere criticato? Ricordate quando Vieri agli Europei del 2004 disse che i giornalisti non erano uomini solo perché lui era bolso e non ne beccava più una? E Lippi? Il Paul Newman della Versilia allergico a qualsiasi forma di critica? Vengono tutti trattati coi guanti – per non usare un altro termine – e non si capisce perché. Il risultato è Ibrahimovic che si atteggia a bullo con Sacchi. Che si limita a un’alzata di spalle se il buon Arrigo (che tra l’altro potrebbe insegnare calcio per anni a Zlatan) gli fa notare che dovrebbe imparare l’educazione.
Come sarebbe bello se nel post-partita venissero scritte in anticipo le tre domande da fare all’allenatore o al giocare di turno e messe su una lavagnetta. Il diretto interessato le legge, se non vuole rispondere niente intervista. Vai a casa, baby. Verrà il giorno in cui implorerai per finire davanti a una telecamera. Fantascienza, certo. Così com’è fantascienza attendersi dal presidente del Milan Silvio Berlusconi una strigliata pubblica al suo centravanti. Nell’attesa, speriamo che prima o poi qualcuno faccia come il mitico Paolo Frajese quando, esasperato dal molestatore Paolini, chiese un attimo di pazienza in diretta, si girò e cominciò a prenderlo a calci in culo.
<strong>Massimiliano Gallo</strong> <em>(da il Riformista)</em>
Perché chi gioca al calcio non è criticabile?
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