L’amministratore delegato di Dazn in Italia, Azzi: «Abbiamo italianizzato la piattaforma nel modo di fruire i contenuti e nella tecnologia»
La partita per l’assegnazione dei diritti televisivi della Serie A validi per il ciclo 2024-2029 è ancora aperta. La piattaforma streaming Dazn, attualmente detentrice di tali diritti, si dice comunque in corsa per aggiudicarsi, ancora una volta, il massimo campionato italiano.
A farlo sapere è Stefano Azzi, l’amministratore delegato di Dazn in Italia. Queste le sue parole alla Wired Next Fest Milano 2023:
«C’è anche un tema di scommessa in termini di investimento nei diritti tv dello sport, ma c’è in tutti i business. Nello sport c’è un po’ di più, perché poi i campionati cambiano. Noi abbiamo un portafoglio di diritti ampio che quindi compensa il risultato e comunque l’Italia negli ultimi anni ha avuto vincitrici diverse in campionato, ad esempio rispetto alla Germania. Questo rende anche più ricco il nostro portafoglio. In Italia poi abbiamo cambiato il rapporto con i tifosi ad esempio lanciando la Fan Zone, la chat che ti permette di interagire in diretta all’interno della piattaforma».
Azzi, inoltre, parla del percorso di crescita fatto dalla piattaforma in Italia, e di come sia stata necessaria una vera e propria azione di localizzazione della stessa.
«Abbiamo italianizzato la piattaforma nel modo di fruire i contenuti e nella tecnologia. Per il primo aspetto, il modo di vivere lo sport per gli italiani è diverso dal resto del mondo: mi ricordo all’inizio i presentatori in piedi in modello inglese, in Italia invece lo sport è la chiacchierata al bar dello sport che è il nostro modo di vivere il tutto. Lo abbiamo italianizzato nel pre e post partita, con il bordocampista in campo, con lo show che dopo la partita racconta quanto successo. A livello locale l’altra cosa importante è il tema della piattaforma, l’Italia ha una infrastruttura di connessione che è diversa dagli altri Paesi e per questo abbiamo dovuto adattare anche questa parte che è rilevante. Abbiamo oggi quasi l’80% dei dati che passano sulla nostra infrastruttura, ci siamo creati una nostra autostrada costruendola per avere il massimo e miglior livello di servizio ed è una cosa che non c’è in Germania o in Spagna».
Un broadcast su misura per lo stile italiano, diverso sicuramente dal modello inglese, più improntato allo streaming.
«La partita non finisce in campo», spiega il country manager di Dazn in Italia. Proprio per questo motivo, l’offerta formativa è stata arricchita da diversi format pre e post partita, come SuperTele oppure le interviste singole ai protagoniste.
Ma sicuramente la novità più significativa di questo nuovo modello Dazn è l’introduzione di Open VAR, format che ha come obiettivo quello di analizzare gli episodi arbitrali con l’ausilio delle comunicazioni audio tra il direttore di campo la VAR room. Queste le dichiarazioni di Azzi a riguardo:
«È stato un servizio che ha avuto un impatto pazzesco perché c’è grande fame di vivere lo sport anche dietro le quinte. Tutto quello che ruota intorno ad ogni singolo sport al di fuori del rettangolo di gioco. Grazie a FIGC, AIA e Lega Serie A abbiamo lanciato questo servizio accoppiando le immagini con l’audio. Secondo me consente di avere due cose: innanzitutto formazione spiegando ad esempio cosa può fare o non fare il VAR e poi è bello sentire il commento, quello che si dicono, è veramente rilevante. Ha avuto una grande reazione positiva, si è aperta la crepa nell’avere maggiore trasparenza, piano piano costruiremo sempre di più. Non si può fare però la diretta, ci sono decisioni del giudice sportivo che devono essere prese in funzione a quanto è successo e quindi devi aspettare queste. Lavoreremo anche in funzione delle regole, ma è un primo inizio e c’è stata grande apertura».