«Ospitammo Andreotti in studio stava per scivolare e la mia insostituibile coautrice Giovanna Flora lo sorresse: “Lei è una dei pochi che mi ha toccato la gobba” scherzò».

Il Corriere della Sera intervista oggi Michele Guardì, 80 anni compiuti, alle spalle tanti successi televisivi come autore e regista tanto che lo chiamano “il grande vecchio della tv”.
Ha scritto testi per moltissimi programmi della televisione e racconta come ha scoperto quale era la sua vocazione grazie all’Azione Cattolica
«Una volta, a 9 anni, dovevo interpretare la morte di San Tarcisio e pretesi un occhio di bue su di me. Siccome non esisteva, me lo inventai con un tubo e una luce dentro. Per sottofondo volli “Fenesta ca lucive”. Quando mi accasciai, in fondo alla sala qualcuno urlò: “Michelù non morire!”. Capii che era il mio mestiere».
Poi arrivò a Milano, con sua moglie e la sua Bmw che partiva solo in discesa
«L’attore Tuccio Musumeci aveva presentato me e Enzo a Pippo Baudo, che ci scelse come autori di una trasmissione abbinata alla Lotteria Italia: “Secondo voi”. Era il 1977. Sarò sempre grato a Baudo».
In quel programma c’era un Grillo agli esordi.
«Baudo lo pescò in un cabaret di Genova. Si presentò al provino con quell’accento lì: “Mi chiamo Grillo. Cosa volevate Dustin Hoffman?”».
Ha conosciuto tanti protagonisti del mondo dello spettacolo e ne parla
Com’era Jannacci?
«Generoso. Pianse una volta che mi misi al piano cantando una sua canzone. Mi regalò il suo orologio».
Bramieri?
«Umile. Si meravigliava di essere Bramieri».
Pino Caruso?
«Timido. Che per un comico…».
Al Paradise, 1983. Per la prima volta un politico, Giulio Andreotti, è ospite di un varietà in tv.
«Gli avevo scritto senza troppe speranze. Invece venne. Fu spiritoso, come sempre. Poi tornò a fare la rassegna stampa a I Fatti Vostri. In studio stava per scivolare e la mia insostituibile coautrice Giovanna Flora lo sorresse: “Lei è una dei pochi che mi ha toccato la gobba” scherzò».