In una lettera inviata all’ad della Premier: «Non possiamo permettere interpretazioni errate. Questo è l’11 settembre di Israele»

La Premier League si trova esattamente tra l’incudine e il martello, anche e soprattutto per responsabilità sua. Dopo il comunicato in sostegno delle vittime della guerra tra Israele e Hamas, in Palestina, sul pc dell’ad inglese Richard Masters è arrivata una lettera. Il mittente è il presidente della Israel Pro Football Leagues, la lega calcistica israeliana, Erez Halfon.
Halfon si dice “stupito, scioccato e deluso oltre ogni dire” per l’ambiguità della Premier League nella vicenda e a proposito degli attacchi terroristici che “hanno ucciso oltre 1200 persone e ne hanno ferito oltre 5500 nell’ultima settimana”.
Le parole del presidente della lega israeliana riportate dal Daily Mail. Di seguito alcuni estratti:
“Siamo stupiti, scioccati e delusi oltre ogni dire per l’incapacità della Premier League di condannare questi atti. Non si tratta di un conflitto tra due persone. Si tratta di leadership e del mondo in cui vogliamo vivere e crescere i nostri figli.
Il vostro messaggio iniziale era ambiguo e non possiamo permettere alcuna interpretazione errata.
Vorremmo sottolineare che questo è nientemeno che l’11 settembre di Israele.
Molti paesi hanno espresso il loro inequivocabile sostegno allo Stato di Israele. I più grandi monumenti del mondo erano illuminati di blu e bianco o con la bandiera israeliana, tra cui la Casa Bianca, la Torre Eiffel, l’Arco di Tito, 10 Downing St e altri.
La Premier League deve impedire che l’ideologia islamica radicale si espanda e contamini la nostra comunità e il nostro mondo liberi, creativi e diversificati con crimini così spregevoli“.
Questo era il martello a cui è sottoposta la Premier, dall’altro lato l’incudine è rappresentato dalle diverse proprietà arabe dei club inglesi. Quelle stesse proprietà che contribuiscono a mantenere la Premier il campionato più ricco in Europa.
Delle atrocità della guerra ha parlato anche un calciatore spagnolo del Hapoel Tel Aviv a Marca. José Rodriguez: «Ci hanno colto di sorpresa. Israele non sta combattendo contro la Palestina, ma contro il terrorismo»