Però il ministro difende la sua battaglia sul “diritto alle scommesse”: “E diverso dalla ludopatia. E i tesserati sanno che non possono scommettere”
“Che alcuni personaggi diventino addirittura portavoce e anticipatori di notizie e su quello costruiscano una visibilità personale e magari anche un fatturato economico è l’esasperazione di una degenerazione, che mi auguro ci faccia riflettere e intervenire su tutte le fattispecie e non solo su questa”. Abodi parla di Corona. L’uomo che sta dettando i tempi dello scandalo scommesse, a suo uso e consumo. Il ministro per lo Sport e i Giovani dice all’agenzia Dire che si tratta di “un cattivo costume che ha una sua purtroppo sistematica ripetitività su fatti che magari interessano l’opinione pubblica nel complesso, mentre lo sport interessa un po’ tutti. Le emorragie di informazioni riservate non sono una novità, sono secondo me un danno grave al sistema della giustizia e alla sua credibilità“.
Ma Abodi difende le sue battaglie per il “diritto alla scommessa” nonostante continui a porre l’accento sul problema della ludopatia. Dice che le due non confliggono… “Che la ludopatia si manifesti in ambienti nei quali c’è un ragionevole benessere, associato purtroppo o alla mancanza di conoscenza della norma o di cultura sportiva testimoniando evidentemente un disagio, è un tema. E’ chiaro che chi vive in condizioni disagiate non è legittimato nell’errore, ma chi vive un relativo benessere è ancor meno legittimato e questo presuppone la necessità di rendere sempre più esplicita la struttura dei doveri: ecco perché sarà forse opportuno elaborare una carta dei doveri che integri i contratti”.
“Penso sia necessario, fondamentale, riconoscere il discrimine tra gioco legale e gioco illegale. Il primo è regolamentato dallo Stato e consente una tracciabilità, una trasparenza e un limite alla possibilità di puntare, stabilendo una differenza tra abilità e azzardo: dobbiamo contrastare la ludopatia, una dipendenza che insieme ad altre, vecchie e nuove, rappresenta per noi un motivo di preoccupazione sulle quali agire per contrastarle efficacemente”, ha aggiunto il ministro a margine di Tennis and Friends al Foro Italico a Roma.
E’ il gioco dei distinguo: “Il tema è anche la ludopatia, ma pure la differenza tra chi può scommettere e chi non può farlo, tra gioco illegale e quello legale, responsabile, tracciato, contingentato. I tesserati sanno come devono comportarsi e sanno che non possono scommettere su nulla, tantomeno su siti illegali, per anni abbiamo fatto corsi di formazione quando ero presidente della Serie B. Quindi l’aspetto della ludopatia è diversamente importante rispetto a un comportamento che, in questi casi, non è rispettoso delle norme federali e di quelle dello Stato”.