Un’estate da reietto, critiche a pioggia per il rifiuto all’Inter e una campagna mediatica contro di lui. Lui se ne infischia e segna
Su Romelu Lukaku ne sono state dette e scritte tante, pure troppe. Traditore è l’aggettivo più utilizzato per lui negli ultimi tempi. In fin dei conti cosa ha fatto? Ha solo espresso una preferenza per una squadra diversa rispetto all’Inter quest’estate, prima di accasarsi alla Roma. Per saperne di più su altri giocatori colpevoli di “cambiar bandiera”, si potrebbe chiedere a Mourinho.
Certo, forse un pizzico di professionalità in più avrebbe evitato al belga 50 mila fischietti pronti a San Siro per domenica sera. Magari Big Rom si nutre proprio dei fischi contro di lui, di chi lo critica. Chissà.
Le critiche sono però assurde e pretestuose se si concentrano sul suo rendimento in campo e sui suoi gol. Quotidiani e tifosi se ne facciano una ragione, se Lukaku sta bene è devastante. Molti, troppi, dopo il tradimento urlato ai quattro venti, lo hanno etichettato come “pacco”.
Chiamasi “pacco” in ambito calcistico quel giocatore dalle grandi aspettative preso dalla propria squadra sotto i migliori auspici che poi si rivela essere sterile davanti la porta. Prima di parlare di “sterilità” calcistica di Big Rom dell’anno scorso, sarebbe meglio guardare qualche numero.
Si sa, i numeri spiegano più di mille parole. L’anno scorso all’Inter ha segnato 14 gol in 37 partite, uno ogni 142 minuti. Mica male se si pensa alle partite saltate dal belga per infortuni vari. Tra infortunio alla coscia, infortunio al bicipite femorale e infiammazione del ginocchio, il belga ha perso circa metà della stagione l’anno scorso. Ma è comunque arrivato in doppia cifra.
Quest’anno il suo score è ancora meglio, frutto di un allenamento individuale quest’estate di tutt’altro livello rispetto alle passate stagioni. Se è vero che i giocatori come lui, belli possenti, ci mettono di più a trovare la condizione giusta, Romelu era già in condizione il 15 agosto.
Le prove di quanto scritto sono gli 8 gol segnati (tra campionato e coppa) in 10 partite con la Roma, un gol ogni 97 minuti. Ed ha esordito con i giallorossi solo alla terza giornata di campionato, pochi minuti nel finale di Roma-Milan. Lukaku ha saltato le prime per la gravosa questione di trovare una sistemazione alternativa al Chelsea.
Evitiamo di parlare della nazionale belga. In Qatar, obiettivamente, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Ma da quel momento in poi segna a raffica. Nelle qualificazioni europee gol contro Svezia (tripletta), Germania, Austria e Estonia (4 gol tra andata e ritorno).
Lui ha rifiutato l’Inter, si è ravveduto e l’Inter l’ha rifiutato. Il Chelsea lo ha emarginato e la Roma (e Mourinho) ora se lo gode. Etichettato come un paracarro segna come se ogni partita fosse l’ultima. Il gol allo Slavia Praga è solo l’ultimo di una serie che, sicuramente, sarà lunga.
LU-KA-KU ⚽
E l’intesa con El Shaarawy è: 🫶 💘#Lukaku #Roma #UEL #DAZN pic.twitter.com/Z8SCZsevzL— DAZN Italia (@DAZN_IT) October 27, 2023