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Sonego a Sinner: «Hai rotto il cazzo. Almeno una fammela vincere…»

Il tennista (tifoso del Torino) a Vienna: “Quando è partito il coro anti-Juve, un pochino mi ha caricato. Ma non è servito”

Sonego a Sinner: «Hai rotto il cazzo. Almeno una fammela vincere…»
Cm Bologna 13/09/2023 - Coppa Davis / Italia-Canada / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Lorenzo Sonego

Ad un certo punto, mentre Sinner batteva Sonego per la quarta volta di fila, a Vienna, dagli altoparlanti dell’impianto è partito un coro anti-Juve: “Stringimi forte e stammi più vicino, e chi non salta è un gobbo juventino”. Sonego, che è tifosissimo del Torino, è scoppiato a ridere. E, dice, s’è persino un po’ gasato: “Durante la partita me ne sono accorto, è stata una situazione strana, un pochino mi hanno caricato…”, ha confessato a “Non è un paese per giovani”, su Radio 2.

Però non è servito. Sinner ha vinto. E allora… “a Sinner dopo la sconfitta a Vienna ho detto: «Hai rotto il cazzo». Gli ho detto: Almeno una fammela vincere. Lui è scoppiato a ridere. E’ la quarta volta che lo incontro, e niente da fare. Non sono riuscito mai a batterlo”.

Sonego poi ha parlato sulla vita dei tennisti: “Ogni settimana prendiamo un volo, è una vita sempre in movimento. Da Vienna sono partito alle 5 di notte, alle 9 sono arrivato a Parigi, oggi pomeriggio mi alleno con Musetti e inizio a preparare il torneo di Parigi-Bercy. Hai avuto la tentazione di uscire anticipatamente per goderti una città? No, questo non succederà mai…”.

A proposito dell’ossessione che serve per fare il tennista ad alti livelli, Rune ha detto a L’Equipe: “Pensi che non sei mai abbastanza bravo. C’è sempre qualcosa da migliorare. Anche quando sei bravissimo, anche quando sei 4 al mondo. Quando ero più piccolo giocavo ai videogiochi e dopo certi livelli non potevi andare oltre. Questo è quello che mi piace del tennis: avvicinarmi il più possibile alla perfezione. E quando hai questa sensazione di colpire la palla giusta con le sensazioni giuste, vuoi continuare su questa strada e farlo il più spesso possibile. Ma quando ti avvicini, hai la sensazione di essere perfetto, ed è questa la sensazione che cerco di avere quando sono in campo. Lo sentiamo cinque, dieci volte l’anno e basta. Il resto del tempo lo passiamo sudando, lavorando duro, colpendo all’infinito. È quello che è e sono abbastanza forte da superare questi momenti”.

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