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Tom Hanks: «I cellulari hanno distrutto qualsiasi tipo di pasto che condividi con gli altri»

Al Corsera racconta la sua vita che ha ispirato il libro e il suo cinema: «Nei viaggi in autobus tra i miei genitori leggevo, studiavo i fumetti che hanno ritmo narrativo, sono come sceneggiature»

Tom Hanks: «I cellulari hanno distrutto qualsiasi tipo di pasto che condividi con gli altri»
Cannes (Francia) 23/05/2023 - Festival del Cinema di Cannes / foto Imago/Image nella foto: Tom Hanks ONLY ITALY

Tom Hanks ha rilasciato una lunghissima intervista al Corriere della Sera in cui ha raccontato la nascita del suo romanzo “Nascita di un capolavoro del cinema” (Bompiani, trad. Alessandro Mari). Un viaggio nella storia del cinema e nella vita dell’attore americano. Un viaggio che parte dalle sue esperienze di vita segnate dalla guerra, ma anche dai fumetti

«Avevo 7 anni. Mia mamma e mio papà erano separati, con lei viveva mio fratello, in una cittadina come quella del romanzo, io ero con papà in un’altra città e a volte, e per andare da una casa all’altra, venivo messo su un autobus con mio fratello, a volte da solo. Viaggi di 4 o 5 ore in cui leggevo i fumetti presi alla stazione con il dollaro che mi mettevano in tasca. I Fantastici Quattro, Spider-Man, tutta la Justice League of America, Batman, L’incredibile Hulk, Thor, Capitan America … non li ho solo letti, li ho studiati come libri di testo. Sa perché?».

«A leggere un fumetto ti bastano 20 minuti, io avevo a disposizione ore e ore, quindi li studiavo. Sono fatti a blocchi, hanno ritmo narrativo, sono come sceneggiature: molto visivi, tante azioni, dialoghi rapidi e le nuvolette che mostrano i pensieri. E poi erano letture in movimento. Sull’autobus la mia mente vagava fuori dal finestrino, il mondo sfrecciava negli scenari di persone in auto, camion, case all’orizzonte, aeroplani nel cielo, montagne in lontananza e la mia mente inventava sempre storie su ciò che vedevo. E quello che vedevo, così come quello che immaginavo, essenzialmente passava attraverso o si rifletteva in un rettangolo di vetro, il finestrino».

Viaggi che erano in pratica un film, un lunghissimo film.

Tom Hanks racconta delle lettere dello zio Bob dal fronte e poi dell’evoluzione dei tempi, anche nel cinema, e dell’avvento dei cellulari «il cellulare a noi ha rovinato la vita…».

In che senso?
«I telefoni hanno distrutto qualsiasi tipo di pasto che condividi con gli altri, il telefono è fatto per attirare la tua attenzione, ti distrae, distrae gli altri…».

Meglio le mail del telefono secondo Tom che ricorda la sua prima scritta in assoluto

«A John Turteltaub, un amico regista: “Ehi, ti mando questa è la mia prima email in assoluto”. Che delusione, eh? La preferisco al telefono, è una comunicazione istantanea ma scritta, però non resta e non hai l’esperienza tattile. Azzera le distanze dello spazio, non del tempo, cosa che fanno gli oggetti fisici, i libri o le lettere. C’è un amico con cui mi scrivevo ai tempi in cui recitavo Shakespeare, ero giovane, e lui scrive: “Sai, non so perché la gente si lamenta tanto dell’ufficio postale americano. Guarda, non ci vuole tanto tempo perché una lettera arrivi da Sacramento a Cleveland, perché io sto scrivendo questa lettera proprio adesso, mentre scrivo, e tu la stai leggendo proprio adesso, mentre leggi, quindi qual è il problema?”».

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