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Il superstizioso Gattuso si gettò nel carrello dei panni sporchi per la sua giacca portafortuna (L’Equipe)

In occasione di Marsiglia-Lione di questa sera, il quotidiano francese racconta alcune storie del Mondiale vinto da Gattuso e Grosso

Il superstizioso Gattuso si gettò nel carrello dei panni sporchi per la sua giacca portafortuna (L’Equipe)

Il superstizioso Gattuso si gettò nel carrello dei panni sporchi per la sua giacca portafortuna (L’Equipe)

L’Equipe scrive oggi della sfida di questa sera tra il Marsiglia e il Lione che vedrà di fronte Gennaro Gattuso e Fabio Grosso, legati nella loro carriera di calciatori e campioni del mondo 2006. In Nazionale avranno disputato circa 25 partite insieme e si sono incontrati anche come avversari in serie A, ma la sfida di questa sera ha un sapore sicuramente diverso considerando che sono in Ligue 1 e che tutta l’Italia, scrive L’equipe, avrà gli occhi puntati su di loro

Insieme avranno giocato 25 partite, tutte in selezione, tra il 2003 e il 2009, e si saranno incrociati sedici volte come avversari sui prati della Serie A o della Coppa Italia, sempre con il Milan per uno, con Perugia, Palermo, l’Inter e la Juve per il secondo. Poi, nel 2013, alla fine della loro carriera, diventano allenatori, come una cosa ovvia e come molti dei loro compagni di squadra campioni del mondo.

Il quotidiano francese ripercorre quel Mondiale

“Nella tranquillità e nel verde del loro hotel alla periferia di Duisburg, gli italiani passeranno 35 giorni indimenticabili e gli aneddoti abbondano nella memoria di Antonio Pelle, il capo calabrese del Landhaus Milser (hotel dove soggiornavano ndr). Le partite di console o di tennis da tavolo fino a molto tardi, e Gattuso il superstizioso, che non lascia mai la sua giacca della tuta portafortuna, nemmeno di notte, e che Andrea Pirlo finisce per confiscare durante un allenamento per infilarla nella biancheria sporca. La leggenda narra che Gattuso si sia buttato nel carrello per recuperarla prima che fosse lavata”

““Rino” non ha mai lasciato l’hotel, tranne che per gli allenamenti e le partite, ricorda Pelle. Un giorno gli dico: “Vieni, andiamo a fare un salto in città, a mangiare qualcosa.” Mi risponde: “Non hai capito niente. Sono venuto qui per vincere la Coppa del Mondo, non per andare a vedere dove fanno la migliore pizza nella tua città”. Pensava solo alla vittoria»…

Pezzotti su Grosso «Grosso, invece, è titolare a sinistra e diventerà l’eroe inaspettato, l’uomo degli ultimi minuti. “È stato incredibile, in ogni momento importante, è stato Fabio Contro l’Australia (1-0, in ottavi), provoca il rigore nel tempo supplementare. Contro la Germania, segna il gol al 119° e in finale segna l’ultimo rigore»

L’Equipe riporta le parole di Cosmi

«Sto seguendo la carriera di ‘Rino’ con attenzione e penso che ora abbia l’esperienza per essere un allenatore importante in un club importante, giudica Cosmi. Mi sembra di avere la personalità perfetta per Marsiglia. Fabio, invece, ha avuto un inizio di carriera non esaltante, perché era senza dubbio troppo fino all’inizio nel suo modo di fare. Pensavo che sarebbe rimasto a Frosinone, che è un club semplice ma molto ben organizzato. Ha fatto un’altra scelta, quella di vincere e non rimanere. Rino non l’avrebbe fatto, secondo me, perché è più istintivo, pensa con le sue viscere. Fabio è più riflessivo, può essere una qualità e a volte è un limite. E questo è stato il suo limite all’inizio della sua carriera di allenatore: era convinto che se avesse lavorato per una cosa del genere, sarebbe successo una cosa del genere. Ma il nostro mestiere è più complicato, dobbiamo accettare i compromessi, adattarci ai giocatori e alle situazioni. Con l’esperienza, ha colmato questa lacuna ed è diventato più aperto»

 

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