I cinque acquisti più costoso della gestione Pozzo non raggiungono la somma pagata per Higuain. Ha comprato il Watford e sta svuotando l’Udinese, altro che De Laurentiis.
Leggo/sento sempre più spesso molti tifosi del Napoli accusare il presidente De Laurentiis di gestire il Napoli come l’Udinese, che compra solo giocatori giovani per valorizzarli e poi rivenderli al migliore offerente. Modello Udinese.
A parte il fatto che, in base alle regole del Fair Play Finanziario, che impongono alle società di calcio di auto-finanziarsi, questa è ormai prassi consolidata da parte di tutti quei club che non hanno alle spalle grosse holding internazionali, né come proprietari ne come main-sponsor: basta pensare al Borussia Dortmund – che pure negli ultimi due anni ha fatturato quasi 252 milioni più del Napoli – che nel giro di quattro anni ha visto partire calciatori come Gotze, Lewandowsy, Hummels, Mkhitaryan, Gundogan, i primi due addirittura a parametro zero, all’Atletico Madrid – altra società con un fatturato, seppur non di molto, maggiore dei partenopei- che ha ceduto, in sequenza, Falcao, Diego Costa, Mandzukic, Arda Turan, Jackson Martinez, realizzando con quasi tutti delle grosse plusvalenze, ma anche allo stesso Arsenal che pur fatturando quasi il triplo del Napoli sta sempre attento a bilanciare acquisti e cessioni o alla Juventus che, nonostante fatturati da capogiro, nonostante ogni anno incassi cifre importanti da sponsor, diritti tv, proventi Uefa, introiti stadio etc, sistematicamente finanzia i propri colpi sul mercato con i soldi incassati dalle cessioni: quest’anno le clausole di Higuain e Pjanic sono state praticamente pagate coi soldi di Pogba, l’anno scorso i soldi spesi per gli acquisti di Dybala, Alex Sandro e Mandkuzic sono stati interamente coperti dalle cessioni di Vidal, Coman e Ogbonna) tuttavia l’accostamento tra il Napoli e l’Udinese è semplicemente fuori luogo, per non dire decisamente ridicolo!
Non risulta, infatti, che l’Udinese, sia arrivata per ben sei volte consecutive tra le prime cinque in campionato, né tra le prime 20 posizioni del Ranking Uefa, che abbia disputato, per tre volte negli ultimi 6 anni, la fase a girone della Champions League, che abbia vinto due Coppa Italia e una Supercoppa, che abbia disputato una semifinale di Europa League ma, soprattutto, che abbia sistematicamente reinvestito tutti i soldi incassati dalle cessioni dei tanti calciatori valorizzati per acquistarne altri provenienti dai vari Real Madrid, Ajax, Liverpool, PSV Eindhoven o, comunque sia, che abbia comprato, con quei soldi, calciatori da 38, 32, 25, 18, 16, 15 milioni, come invece ha fatto il Napoli; al massimo, l’Udinese avrà ricomprato calciatori semi-sconosciuti provenienti dall’Iraq, dall’Angola, dalla Bolivia, dall’Ungheria, o dalla serie B svizzera, francese, turca e portoghese.
Non a caso, dopo Zico, gli acquisiti più preziosi della storia dell’Udinese sono stati: Stefano Fiore, acquistato nel lontano 1999 per l’equivalente di 9,7 milioni di euro nell’ambito dell’operazione che portò Marcio Amoroso a Parma, Davide Faraoni (sic!) inserito tre anni fa dall’Inter nella trattativa Handanovic per una valutazione di 8 milioni di euro, Fabio Quagliarella, prelevato nel 2007 per 7,3 milioni, e i desaparecidos Warley e Maicosuel pagati, rispettivamente, l’equivalente di 7 milioni (nel 1999) e 5,3 milioni (nel 2012). Non figurano, nella storia dell’Udinese, altri acquisti pagati oltre i 5 milioni di euro; praticamente i cinque acquisti più pagati di sempre (di cui i primi due, però, prelevati come contropartita tecnica) insieme non raggiungono quanto pagato dal Napoli per il solo Higuain! Alla faccia di chi dice che il Napoli sta seguendo la stessa politica dei friulani!
A questo punto, però, sarebbe “simpatico” se il caro Pappone Romano imitasse davvero l’Udinese. Supponiamo quindi che De Laurentiis decida di acquistare anche lui un club inglese (ad esempio, il Crystal Palace che, per chi non lo sapesse, nonostante non abbia mai vinto assolutamente nulla, nemmeno una inutile “coppetta”, nonostante non sia mai andato oltre un decimo posto in Premier e nonostante non abbia in organico top-player o calciatori di primissimo piano, nell’esercizio 2014/15 ha fatturato 5,3 milioni più del Napoli, con buona pace di chi, Ferlaino in testa, sostiene che per aumentare i fatturati servono vittorie e campioni, tesi questa smentita, tra l’altro, anche dal caso dello Schalke 04 che, pur non vincendo un campionato dal lontanissimo 1958, ogni anno fattura –e vende magliette! – più del Napoli….) e, siccome in Inghilterra (come visto) le squadre fatturano di più, per motivi di cassa decidesse di far diventare il Napoli una sorta di “succursale del suo nuovo giocattolo inglese”, al pari di quanto sta facendo Pozzo che, non appena si è reso conto che il Watford fattura più dell’Udinese, sta trasformando la società friulana in una sorta di squadra satellite di quella inglese.
Supponiamo quindi che De Laurentiis decida di portare Sarri alla guida degli inglesi e, per far contenti tutti quelli che paragonano il Napoli all’Udinese, lo sostituisca sulla panchina del Napoli con un De Canio qualsiasi; supponiamo inoltre che, per rinforzare la sua nuova società, decida di trasferire in blocco tutti i calciatori più importanti del Napoli in Inghilterra (considerato anche che, con un fatturato maggiore, sarà più facile riconoscere loro aumenti di ingaggio e contratti più allettanti) e li rimpiazzi, in perfetto stile Udinese, con giovani semisconosciuti provenienti da paesi esotici o da categorie inferiori.
A quel punto (ma solo allora!) si potrà davvero dire che il Napoli viene gestito come l’Udinese, ma, ne sono sicuro, a quel punto in tanti, tantissimi, che oggi criticano questo Napoli e questa società, rimpiangeranno il Napoli attuale, perché è risaputo, si inizia ad apprezzare realmente ciò che si ha, solo quando lo si è perso!