Sono le 23.20 e sono appena tornata a casa. Non voglio aprire la pagina del Napolista, né Facebook e non voglio neppure vedere una disgraziatissima intervista in tv, un commento o un’immagine della partita. Non voglio essere condizionata e so che se aspettassi domattina per scrivere questo pezzo mi farei solo il sangue amaro. Perciò scrivo – senza metabolizzare – ed invio, senza starci troppo a pensare. Magari, poi, riuscirò anche a dormire. Perché ci dobbiamo abituare. Sarà un campionato tosto. Una partita perfetta ed una sconfitta ridicola, una partita sudata e stravinta con l’espugnazione di una fortezza ed un’altra regalata, come quel bellissimo mazzo di fiori a Bogliacino. Le cose vanno così, così andranno e c’è poco da fare. O decidiamo di massacrarci il cervello e massacrare loro, salvo osannarli il giorno dopo la perfezione, oppure stiamo a guardare ed accettiamo l’esplosione di bile che può massacrare, quella sì, il nostro fegato. Io scelgo la seconda, perché non potrei reggere altri tre giorni di commenti pesanti, di idiozie, di recriminazioni e fantadiscussioni. E Cannavaro (o capitano, mio capitano, mia croce e mia delizia, perché? Dimmi: perché?) voglio salvarlo, voglio appoggiarlo, voglio continuare a sostenerlo come ho fatto finora, sostenere la squadra, l’allenatore, il presidente, i rinforzi che non abbiamo, il turn over quando dovrebbe esserci invece del pararsi la palla schierando la stessa formazione di tre giorni fa. Non me ne frega niente. Ho l’abbonamento, ci sarò sempre: e chest’è.
Ah, a proposito di abbonamento. Sono felice, molto felice: i miei vicini di Posillipo, quelli che l’altra volta hanno esclamato “salute!” alla vista del mio panino salsicce e friarielli si sono rivelati degli abbonati come me. Ciò vuol dire che li avrò al mio fianco per tutto il campionato. E nonostante stasera avessi portato due striminzitissimi panini con prosciutto e mozzarella, mi hanno chiesto se possono abbonarsi alla mia merenda, anche a pagamento e se quindi, dalla prossima volta, posso pensare anche a loro. Ecco, mi hanno scelta come loro fornitrice di panini su fiducia. Mi hanno dato fiducia. La stessa che voglio dare io al Napoli questa sera. Gli allenatori, i presidenti e i giocatori passano, il Napoli resta (grazie ancora, Carratelli). Andiamo avanti.
<strong>Ilaria Puglia</strong>
Torno a casa, ma ci sarò ancora
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