A Espn: «Trionfare al Bernabeu è stata la realizzazione di un sogno. A tre minuti dalla fine Julio Cesar guarda Samuel e gli dice: ‘Walter, siamo campioni’. Il momento migliore della mia vita»
In un’intervista rilasciata a Espn, Javier Zanetti ha raccontato i momenti di difficoltà attraversati in carriera, quando si è svincolato dall’Independiente, club che amava. Per poi passare al Talleres de Remedios de Escalada, al Banfield e quindi all’Inter.
«È stato difficile perché ero piccolo. Per fortuna sono cresciuto, ho iniziato a giocare e ho realizzato il mio sogno di essere un calciatore»
Per ritrovare serenità, Zanetti ha dovuto momentaneamente separarsi dal calcio:
«Quando l’Independiente mi ha lasciato andare, ho lavorato per un anno come muratore. Poi rimasi al Talleres e debuttai in prima squadra nella Primera B Nacional (seconda divisione del calcio albiceleste, nda). Quando il Banfield è stato promosso, mi ha acquistato e ho iniziato in A»
«Trionfare al Bernabeu è stata la realizzazione di un sogno, vincere significava coronare una grandissima annata. A tre minuti dalla fine Julio Cesar prende in mano la palla, guarda Samuel e gli dice: ‘Walter, siamo campioni’. Un momento meraviglioso, il più bello della mia vita”.
Il trionfo porta una firma, quella di José Mourinho:
«Una persona speciale, grande allenatore e grande persona. Parliamo di un motivatore, di uno che trasmette tanta passione. Ti porta a tirare fuori il meglio di te stesso»
Su Lautaro e l’interesse del Barcellona:
«All’Inter lo vedo felice, si sta identificando con il club. Noi abbiamo creduto in lui. Vedo il suo futuro all’Inter»
La Nacion aveva già intervistato Zanetti per i suoi 50 anni:
Anche La Nacion ha intervistato Javier Zanetti per il suo cinquantesimo compleanno. E, incredibilmente, non gli hanno fatto alcuna domanda sul tradimento di Lukaku. Però è un’intervista molto bella lo stesso. Lunghissima. Piena di aneddoti. Zanetti racconta che il Pupi in origine non era lui, era il fratello Sergio. Lui era il “fratello del Pupi”. Poi piano piano ha assorbito il soprannome. E racconta che il suo secondo nome, è Adelmar perchè così si chiamava il medico che l’aiutato a sopravvivere quando è nato con un serio problema respiratorio. Ora ci scherza: “Sono nato con un problema respiratorio, e poi ho passato la mia vita a correre dentro un campo. I tifosi dell’Inter lo chiamavano 7 polmoni
Racconta un aneddoto su Mourinho, che dice molto di come il tecnico della stringa rapporti con i suoi giocatori:
“Mi ha chiamato prima di chiunque altro quando ha firmato per l’Inter. Ero a Roma, anch’io in scalo per Buenos Aires, e il mio cellulare squilla. ‘Ciao Javier, sono José Mourinho. Ho appena firmato con l’Inter e sono il tuo nuovo allenatore; sarai il mio capitano. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare insieme e mi dispiace per il mio italiano’. Parlava un italiano perfetto e non aveva ancora mai allenato in Italia. È stato allora che ho capito quanto fosse preparato e coinvolto, mi ha scioccato. ‘Questa è roba seria’, pensai”.