Secondo tempo alla Trapattoni culminato nel cambio Politano-Darmian. Missione compiuta, il blitz estivo di Gravina ha dato i suoi frutti
Spalletti finisce catenacciaro e porta l’Italia agli Europei (rigore dubbio per l’Ucraina nel finale)
Missione compiuta, l’Italia di Spalletti va agli Europei. Con qualche sofferenza e qualche errore di troppo nel secondo tempo. Con una sostituzione alla Trapattoni (fuori Politano, dentro Darmian) e un rigore che inizialmente sembrava nettissimo per loro al 93esimo (poi, però, un’altra inquadratura offre qualche attenuante al direttore di gara spagnolo). Un finale tutti dietro, all’italiana. Arrigo Sacchi avrà sacramentato ma quando si arriva al dunque, le filosofie saltano.
L’obiettivo è stato raggiunto. L’intuizione estiva di Gravina ha dato i suoi frutti. Mancini è ormai dimenticato nel suo esilio dorato saudita. Lo stoico Spalletti si gode il secondo successo in pochi mesi. Il suo approdo in Nazionale fu travagliato. Il suo ex datore di lavoro, De Laurentiis, fece fuoco e fiamme, promise cause, impartì lezioni di management aziendale (i mesi successivi lo avrebbero sbugiardato). Nulla cambiò. Spalletti è diventato il nuovo commissario tecnico della Nazionale e al momento – Grassani dixit – non è partita alcuna causa.
All’Italia serviva un pareggio con l’Ucraina e pareggio è stato. C’è stata molta sofferenza nella ripresa. Un errore di Donnarumma, un po’ di pressione ucraina. Soprattutto quel rigore per loro che sembrava netto. L’Italia la partita se l’è giocata nel primo tempo, come piace al suo allenatore che è bravo, molto bravo, anche se deve stare attento a resistere alla tentazione di giocare a fare il guru. Stasera l’ha capito e nella ripresa si è convertito al trapattonismo (maestro incontrastato di vita e di calcio).
Sarebbe stato meglio se non avesse utilizzato il manuale Cencelli per Atalanta-Napoli. Dopo un ottimo primo tempo, Raspadori non meritava la sostituzione. Tantomeno con Scamacca che per mezz’ora non l’ha presa praticamente mai e ha fatto dannare il signor Luciano che la vita se l’è complicata da solo. Senza Cencelli, la Nazionale sarebbe rimasta in undici e avrebbe sofferto decisamente di meno. Decisamente meglio il primo tempo rispetto alla ripresa.
Niente Cencelli, invece, per quel che riguarda l’Inter che alla causa della Nazionale ha offerto ben quattro titolari: Dimarco, Acerbi, Frattesi e Barella.
L’Italia ha temuto un po’ in apertura di partita, bel tiro di Sudakov ma Donnarumma ha opposto la manona. Poi, la Nazionale ha preso possesso del match. Certo si è accesa quando si è acceso Chiesa giocatore di livello. Lo juventino si è messo in luce anche nei recuperi difensivi. È un calciatore europeo, uno dei pochi che ha l’Italia. La sua sostituzione – non ne aveva più – si è sentita. Dall’altra parte, a destra, ha giocato Zaniolo preferito a Politano. Almeno fin quando hanno retto i muscoli. Al 70esimo sono usciti Zaniolo (per Politano) e Jorginho (per Cristante). La gara di Politano è durata venti minuti: Al 91esimo, Spalletti lo ha tirato fuori per inserire Darmian.
Tutto è bene quel che finisce bene. L’Italia di Spalletti ha sbagliato la prima, col pareggio in Nord Macedonia, e ha fatto troppa filosofia a Wembley. Ma le gare che doveva vincere, le ha vinte: a Milano contro l’Ucraina, a Roma contro la Nord Macedonia.
Adesso si va agli Europei, ufficialmente per difendere il titolo. Poi, bisogna conquistare la qualificazione Mondiale vera dannazione degli ultimi dieci anni.