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Spalletti ha avuto coraggio ma in attacco serve più di Raspadori e Scamacca (Il Giornale)

Ci voleva coraggio a lasciare a casa Immobile e a consegnare lunedì una maglia da titolare al quasi debuttante Buongiorno

Spalletti ha avuto coraggio ma in attacco serve più di Raspadori e Scamacca (Il Giornale)
Db Leverkusen (Germania) 20/11/2023 - qualificazione Euro 2024 / Ucraina-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori

Spalletti ha avuto coraggio ma in attacco serve più di Raspadori e Scamacca (Il Giornale)

Ecco cosa scrive Il Giornale con Marcello Di Dio a proposito della Nazionale.

Ci voleva coraggio a prendere la guida di una Nazionale arrivata sul tetto d’Europa ma che rischiava di abdicare subito. Ci voleva coraggio a lasciare a casa Immobile e a consegnare lunedì una maglia da titolare al quasi debuttante Buongiorno,
diventato scudo umano nel finale da brividi dopo un sofferto avvio. Ci voleva coraggio nelle scelte per le due gare chiave, valutando più lo stato di forma che l’esperienza. Spalletti non aveva debiti di riconoscenza verso gli eroi dell’Europeo inglese
anche se di quel gruppo è «sopravvissuta» ancora la metà dei calciatori. Ci voleva coraggio a mettere un punto alla precedente
gestione nel mezzo del cammin di una qualificazione e a mostrare immediati segni di discontinuità rispetto al passato.

La corsa di Spalletti al fischio finale, con qualche frase sussurrata al suo possibile centravanti del futuro, il macchinoso Scamacca di lunedì sera che è andato peggio dell’itinerante Raspadori (davanti servirebbe qualcosa di più…), è stata quasi una liberazione: la voglia matta di prendersi quel pass era grande, come grande era la paura (che da anni accompagna l’Italia nelle gare topiche) di fallire ancora. 

DE LAURENTIIS E IL RIGORE NEGATO ALL’UCRAINA

De Laurentiis: «ieri sera rubata la partita, il rigore c’era, anche se l’Italia ha giocato bene».

Lo ha detto alla presentazione del libro di Mario Giuffredi al termine di un accostamento tra Federico Fellini e il suo film “La Strada” e il libro di del procuratore, tra gli altri, di Di Lorenzo, Politano, Gaetano. Alla presentazione del libro c’è Di Lorenzo, Maurizio de Giovanni e in prima fila tra il pubblico il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che è partito da lontano per parlare di Giuffredi e poi ha parlato di Ucraina-Italia.

Ha detto De Laurentiis:

«Mario fa un lavoro complicatissimo e come tutti quelli che fanno un lavoro complicatissimo, è un irrazionale e con un irrazionale si discute irrazionalmente, c’è un confronto pesante. Nel 1955 Federico Fellini vinse l’Oscar con La Strada. Ogni persona che ha un sogno, non può che essere da strada. Noi di strada siamo quasi delle mignotte che battono il marciapiede. Battendo il marciapiede, riusciamo a percepire particolarità che nel quotidiano costituiscono il sogno. Ci sogna amerebbe vedere non rubare una partita come ieri sera dove mancava un rigore». Poi, rivolto a Di Lorenzo: «Ma no, avete giocato molto bene, come poche volte ho visto, ma gli altri erano tosti perché avevano e hanno il loro sogno di libertà».

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