“Siamo sicuri che la tecnologia sia così avanti da riuscire a valutare davvero quel centimetro? L’arbitro diventerà come quello del tennis”
Casarin: «Il fuorigioco per un centimetro come quello di Rrahmani non ha alcun senso»
“I centimetri non hanno nessun senso, a 40 metri dalla porta dove ormai vengono fischiati i fuorigioco. E poi: siamo sicuri che la partenza della palla sia perfetta e abbia una tolleranza di centimetri? Ci vuole una grandissima tecnologia, ma è così visto che su alcuni campi a volte manca anche il Var?”. Pierpaolo Casarin, a Radio anch’io sport, commenta così il gol annullato a Rrahmani contro l’Atalanta per una minuzia.
“Il fuorigioco non si misura in centimetri – dice Casarin – ma per il fatto che giochi alle spalle. È l’unica regola etica del calcio, impedisce a uno di giocare alle spalle dell’avversario senza averlo superato, di trarre vantaggio da una furbata. L’ammonizione di Mazzarri? E’ una brava persona, ed era emozionato. Gli allenatori sono fondamentali, trattiamoli bene”.
Per Casarin è in atto una rivoluzione arbitrale nel calcio, lenta ma inevitabile: “I guardalinee a cosa servono, se non devono più individuare il fuorigioco? A controllare se la palla esce dal campo? Lì basta una telecamera. Me lo dicono quelli che decidono il calcio: non è domani mattina, ma l’arbitro di calcio come quello di tennis. Sopra una scaletta, con un po’ di monitor per raccogliere quello che la tecnologia gli suggerisce”.
La difesa scricchiola, sicuri che il 4-3-3 sia il modulo ideale?
Ne scrive Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica.