Ne prende 3 dall’Inter dopo i 4 dal Real. Eppure è tutto un coro di elogi. Non si capacitano che Adl ha (ahinoi) imboccato il viale del tramonto
De Laurentiis trascina il Napoli in caduta libera tra gli osanna di media e tifosi
Napoli-Inter 0-3. Napoli-Inter è finita com’era normale che finisse. In questa stagione il Napoli non ha battuto alcuna grande squadra, la più forte è stata l’Atalanta dopodiché dobbiamo scivolare al Sassuolo. Quello che è cambiato, incredibilmente, è il clima che si respira in città, soprattutto attorno ad Aurelio De Laurentiis. I napoletani hanno impiegato quindici anni a capire che avevano un grande presidente e speriamo che non ne serviranno altrettanti per comprendere che il viale del tramonto è bello che cominciato. Il declino è sotto gli occhi di chi non indossa i prosciutti al posto degli occhiali. Adesso il Napoli è quarto a pari merito con la Roma di Mourinho (tecnico che i napoletani considerano un pensionato), la Champions è a forte rischio. Il Napoli deve stare molto attento.
Arriveremo anche alla partita. Ma è assurdo il clima attorno al Napoli sia per quel che riguarda i tifosi sia i media. L’arrivo di Mazzarri (che noi definimmo la Repubblica di Salò di De Laurentiis) è stato salutato in città come se fosse arrivato Guardiola. Non c’è tifoso del Napoli che non sia legato al signor Walter ma parliamo di un tecnico che non allenava in Champions da undici anni (allenava il Napoli), che era passato per Torino e Cagliari e di cui le cronache hanno raccontato che stava andando in Egitto per allenare. Qui il suo arrivo è stato trattato come se fosse un dono divino (più o meno come avvenne per Gattuso), ovviamente per rafforzare l’idea che fosse tutta colpa di Garcia il francese che stasera una bottiglia di champagne l’avrà stappata.
Aggiungiamo che mercoledì in Champions il Napoli ha perso a Madrid 4-2, una partita che sarebbe potuta serenamente finire 8-3. A leggere e ascoltare media e tifosi, pareva che gli azzurri avessero vinto la Champions. Un ridimensionamento culturale che atterrisce. Noi crediamo e temiamo che gli anni passino per tutti, quindi anche per l’ottimo De Laurentiis che in pochi mesi ha fatto a pezzi il gioiellino che con tanta dedizione aveva costruito. Adesso è impegnato nel tentativo di farsi dare lo stadio a prezzi da svendita. Il solito capitalismo all’italiana. In bocca al lupo.
Resta la partita di stasera. Il Napoli, come ogni grande decaduta che si rispetti, prova a dare il meglio di sé. Non granché ma almeno per 40 minuti sembra bastare per tenere a freno e un minimo spaventare l’Inter. Alla prima difficoltà, però, cioè al gol di Calhanoglu, il Napoli si dissolve. E nella ripresa rischia anche la goleada. Per fortuna, l’Inter non inferisce, si limita a segnare il terzo. Non vorremmo dire che non c’è stata partita, però quasi.
La cronaca.
Sembra un match modello gioco del fazzoletto. Entrambe le squadre non si fidano dei loro assetti difensivi e quindi hanno timore ad attaccare e ad esporsi: il contropiede è l’arma migliore sia dell’Inter che del Napoli. Dopo un quarto d’ora, l’Inter perde anche De Vrij per infortunio ed è un brutto colpo per la squadra di Inzaghi che gioca senza Bastoni e Pavard. Mentre Mazzarri preferisce Natan a sinistra con Ostigard (buona la sua priva) al fianco di Rrahmani. La partita sembra avviata verso uno di quegli zero a zero moderni. Non si rinuncia a giocare ma lo si fa con accortezza. A osservare con distacco il primo tempo, non è che succeda granché. Tranne tre lampi: il tiro in apertura di Elmas, la traversa di Politano e il gol di Cahlanoglu. Per il resto tanta attenzione a non concedere metri. Solidi i duelli in mezzo al campo. Il Napoli ovviamente si nostra per quello che è: una squadra robusta, che ha quantità e qualità. Ma anche una squadra che ha perso certezze. Che vorrebbe vincere ma ha anche timore di perdere e di restare definitivamente fuori dalla lotta scudetto.
La scena più bella, secondo noi, è a inizio secondo tempo: Dumfries cade male dopo uno scontro con Natan, l’arbitro fa giocare e sono i calciatori del Napoli (in primis Elmas e Kvaratskhelia) a richiedere l’intervento dei medici.
Il Napoli protesta due volte: per un fallo di Lautaro su Lobotka in occasione del gol di Calhanoglu e per un presunto rigore su Osimhen. Poi c’è il raddoppio di Barella. E la partita finisce. C’è ancora il tempo per il terzo di Thuram.