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Il Napoli riceverà elogi ma ha perso tre partite di fila ed è fuori dalla zona Champions

La Juve sarà brutta ma ha solidità difensiva. Il Napoli si mangia i gol e li prende con troppa facilità: senza i soldi Champions, sono dolori

Il Napoli riceverà elogi ma ha perso tre partite di fila ed è fuori dalla zona Champions
Napoli's Georgian forward #77 Khvicha Kvaratskhelia (R) reacts after he received a yellow card during the Italian Serie A football match between Juventus and Napoli, at The Allianz Stadium, in Turin on December 8, 2023. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Il Napoli perde la terza partita di fila. Dopo Real Madrid e Inter, è il turno della Juventus che vince 1-0 con gol di Gatti. È la quinta sconfitta in campionato in quindici partite. Tre con Garcia in panchina, due con Mazzarri che domenica sera potrebbe ritrovarsi anche sesto in classifica, fuori dalla Champions. Per onor di cronaca va ricordato che al momento dell’esonero del francese, il Napoli era quarto. E a voler essere maligni, vista l’ennesima settimana di insensate celebrazioni, si può dire che la Juventus ha conferito al Napoli la cittadinanza per l’Europa League.

Gli esperti però vi racconteranno che il Napoli ha giocato bene, che la squadra è in ripresa, che non sempre affronterà Real, Inter e Juventus. Il che è vero. Così come è vero che non sempre accadrà che Kvara si divori un gol da solo davanti al portiere avversario come accaduto al Bernabeu e allo Stadium. Nel calcio, però, contano i risultati. Non è uno sport di figura, non ci sono i giudici. Bisogna vincere le partite e questo Napoli non sa farlo. Prende gol quasi alla prima occasione per gli avversari e non può essere un caso. Infatti non lo è, è solo la conseguenza di un mercato approssimativo e superficiale: 18 gol subiti, la Juve 9, l’Inter 7. Ora tocca calarsi nella realtà. E la realtà è che va conquistato il quarto posto. Il Napoli non è una multinazionale, senza i soldi della Champions il ridimensionamento sarebbe notevole. Decisamente superiore a quello già in atto.

Il Napoli perde contro una squadra che è l’esatto opposto. La Juventus è un mostro di concretezza, anche se qualche errore lo commettono anche loro. Potrà sembrare un’eresia ma – al netto di un paio di distrazioni – questa Juve ha più di qualcosa in comune con l’Italia campione del mondo del 2006. Ovviamente è molto più debole. Ma è una squadra ferocemente solida nella fase difensiva, l’attacco segna poco ma ci pensano gli altri come Gatti stasera o a Monza, o Rabiot in altre occasioni. È dura segnare alla Juventus di Allegri. Sarà brutta ma piacerebbe a Deng Xiao Ping: non importa che il gatto sia bianco o nero, importa che mangi il topo. E la Juve il topo lo mangia.

Passando alla mera cronaca, il Napoli disputa un ottimo primo tempo. Se non si gioca a una porta, poco ci manca. Allegri costruisce la solita foresta difensiva contro cui gli azzurri vanno più o meno sistematicamente a sbattere. Anche se l’amnesia arriva. Al minuto 27, quando Bremer lascia metà campo libero e Kvara solo soletto che aspetta l’assist di Osimhen. È più o meno il remake di Madrid, solo qualche metro più dietro. È come se Kvara tirasse quei rigori in movimento da tre quarti campo che fecero capolino a un certo punto nel calcio. Si invola verso Szczesny e incredibilmente calcia alto.

L’altra grande occasione è al 38esimo: pasticcio difensivo juventino tra Bremer e Gatti, il pallone schizza e arriva a Di Lorenzo che ha la porta spalancata, tira di sinistro ma non forte e Szczesny ci arriva. Poi però Orsato fischia un fuorigioco ma è un errore del guardalinee che non considera il primo colpo di testa una giocata, oppure il secondo di Gatti un tocco inaspettato. Fatto sta che Di Lorenzo non segna e quindi il problema non si pone.

Il Napoli è molto ben messo in campo. La Juve gioca il calcio che preferisce ma raramente riesce a preoccupare Meret. Accade in un paio d’occasioni attorno al 17esimo con due discese di Chiesa: sulla prima, Vlahovic si mangia il gol calciando addosso a Jua Jesus dopo aver toccato troppe volte il pallone e sulla seconda la difesa ferma Chiesa in corner.

Molti i falli di Cambiaso su Kvaratskhelia che poi però viene ammonito perché cade nella provocazione di Gatti e gli scaglia il pallone addosso.

La ripresa su apre con un palo di Vlahovic ma c’era fuorigioco di McKennie autore dell’assist. Pochi minuti e la Juve va in vantaggio: cross di Cambiaso e colpo di testa di Gatti difensore che in poche settimane passa dall’incredibile autogol col Sassuolo a diventare un perno di questa Juve e persino della Nazionale. Proprio la convocazione di Spalletti (ancora lui) ha contribuito a restituirgli fiducia.

Poi, il valzer dei cambi, un gol annullato a Osimhen per fuorigioco (che c’era). E l’inutile forcing finale del Napoli.

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