In libreria un particolare “inedito”, “Il giudice Surra e altre indagini in Sicilia”. Camilleri conferma la sua conoscenza degli uomini
Per quelli che “al Maestro Camilleri io non rinuncio”, segnaliamo l’uscita in libreria di un particolare “inedito”, “Il giudice Surra e altre indagini in Sicilia (pagg. 192, euro 14; Sellerio). Inedito tra virgolette perché come spiega nella Nota introduttiva Giancarlo De Cataldo – giudice e giallista – i tre racconti nascono da tre commissioni distinte che hanno trovato la loro sede in due raccolte e in un luogo unico e che oggi vengono accolti in questo volume unico.
“Troppi equivoci (2005)” è uno di quei racconti in cui Camilleri ti lascia sbigottito per la sua fantasia: c’è un giovane impiegato Bruno Costa che travaglia alla Compagnia dei telefoni a Palermo. Un giorno è chiamato per un guasto nell’abitazione della giovane single Anna Zanchi, milanese trapiantata per vicissitudini vitali a Palermo che fa la traduttrice dall’ungherese. I due giovani familiarizzano: Costa ha “Un’innata curiosità” ed Anna trova che il giovane sia anche un bel picciotto. Ma mentre sono al ristorante accade che ci sia una telefonata ad un tale Bruno Costa e da lì le coincidenze diventano maligne e portano ad indagini per una morte orrenda.
Nel secondo racconto (“Il giudice Surra”) un magistrato torinese Efisio Surra viene a rilevare – nel 1862 – per rilanciarlo l’ufficio giudiziario di Montelusa che è ridotto materialmente e funzionalmente a brandelli. Anche qui delle coincidenze dettate dalla diversa mentalità del magistrato e quella dei montelusiani maffiusi o meno porta il magistrato – ignaro della relazione del Procuratore Ulloa – a dover lottare contro il capoclan di turno. Anche qui l’epilogo è clamoroso. Il terzo racconto “Il medaglione (2011; Mondadori)” narra della vita in un paesino della Sicilia interna Belcolle dove il maresciallo della Benemerita Antonio Brancato svolge il suo servizio che si sostanzia soprattutto nel mediare i contrasti tra gli abitanti con spirito salomonico. La perdita della moglie da parte di un montanaro misantropo porta Brancato a risalire su una malga periferica ed ad inventarsi uno sfunnapedi benefico per risollevare il pastore Ciccino dal suo dolore inconsolabile causato anche da una foto inedita presente in un medaglione.
Camilleri si conferma – in lingua o in dialetto – un autore che ben conosce, non solo la sua beddra terra pazza, ma soprattutto l’animo degli uomini. Che sia novella, cunto o cronachetta storica disegna sempre impalcature ed atmosfere che fanno reggere la verosimiglianza narrativa con le attenzioni che si rivolgono alle storie di ogni giorno.