2-0 al Braga: ottavi Champions e vede il Mondiale per club. Osimhen segna, Natan fa Francini. Mazzarri, più pragmatismo e meno estetica
Il Napoli acchiappa il topo Champions e raggiunge il primo obiettivo stagionale. Senza neanche soffrire. E senza quelle ansie da prestazione tipiche dei parvenù e di chi soffre di complessi di inferiorità. Una categoria di persone cui non basta vincere ma si sentono obbligati a miracol mostrare. Il Napoli finalmente non pensa al circo e si qualifica per gli ottavi con un autogol e un gol casuale con un tocco sbagliato di Osimhen. Vivaddio. “E ma non mi sono divertito”. E non ti devi divertire. Il calcio non è divertimento. Se anche in campionato la squadra di Mazzarri cominciasse a fregarsene delle assurde richieste di presunta estetica, a nostro avviso il rendimento in classifica se ne gioverebbe. Vince chi fa più gol. Mazzarri dovrebbe tenere una lezione su questo. Basta con questo fardello del Napoli che deve sempre mostrare qualcosa, come se fosse obbligato allo spettacolino. Ci ricorda la scena di “Scusate il ritardo” con le critiche al fratello comico che ritira il premio senza recitare nemmeno una barzelletta.
Torniamo al match. I patemi d’animo durano tutt’al più nove minuti. Con un’unica fiammata degli avversari al terzo: hanno una discreta occasione (nulla di trascendentale) in area ma non la sfruttano. Poi, i portoghesi si rendono protagonisti di un goffo autogol e la partita di fatto finisce. Mazzarri ha ottenuto la solidità difensiva che cercava. C’è anche la possibilità di festeggiare il gol di Osimhen neo Pallone d’oro africano servito da Natan in versione Francini. Il Napoli chiude il girone al secondo posto, dietro al Real Madrid. Il club di De Laurentiis incassa i soldi della vittoria e quelli della qualificazione. E in più incamera punti importanti in vista del Mondiale per club 2025 altro obiettivo stagionale del Napoli che De Laurentiis tiene coperto. Tre sono gli obiettivi stagionali: superamento del girone di Champions (“fatto” avrebbe detto il primo governo Berlusconi), arrivare nei primi quattro in campionato, e giocare il Mondiale per club.
Il Napoli disputerà gli ottavi di finale di Champions contro una delle squadre prime qualificate. Al momento hanno la certezza del primo posto: Bayern Monaco, Arsenal, Real Sociedad, Manchester City e Barcellona. Potrebbero aggiungersi Atletico Madrid e una tra Dortmund e Psg.
Non cadiamo nel riflesso condizionato di scrivere che si tratta di una svolta. Però club, giocatori e ambiente possono tirare un sospiro di sollievo. È difficile trarre suggerimenti dalla partita, anche se nel secondo tempo qualche sprazzo c’è stato. La novità più sorprendente è rappresentata dalla prestazione di Natan che evidentemente si è sentito provocato dal commento di Caressa in sede di telecronaca. «Natan, non è suo mestiere fare il laterale, arrivare sul fondo e crossare». Con Bergomi che gli ha dato man forte: «Fabio, fai bene a dire che non è mestiere suo». Detto fatto, il brasiliano ha offerto un paio di spunti che prima d’ora mai si erano visti. Un recupero del pallone in scivolata per poi andare sul fondo e crossare. E poi la discesa alla Francini imbeccato da Kvaratskhelia: cross basso per Osimhen che con due tocchi tutto sommato casuali (più o meno a culo, per capirci) supera il portiere e festeggia il Pallone d’oro africano. È il gol del 2-0 che è arrivato al minuto 33.
A proposito delle polemiche, secondo noi questa volta il Napoli si è comportato da grande club. A noi sembra ovvio che il calciatore vada a ricevere un premio così prestigioso che peraltro dà lustro anche al club. Il Napoli ha messo a disposizione un aereo, ha accompagnato Victor con un dirigente e un massaggiatore. Roba da Real Madrid. Magari il club si muovesse sempre così. Poi, ovviamente, se il Napoli avesse perso, sarebbe stato massacrato sui social e dalla stampa. È la dittatura del risultato. Ma il Napoli si è comportato da grande club. E se poi questa ritrovata sintonia è il preludio al rinnovo che consentirebbe a De Laurentiis di non perderlo a zero, tanto meglio.
L’altro momento del match che ci piace ricordare è la parata di Meret su tiro violento da fuori di Herta al minuto 25. Meret è diventato il signor Malaussene del Napoli: il perfetto capro espiatorio. Ha commesso qualche incertezza, è vero (oltre a parate importanti che vengono dimenticate), come del resto tutti gli altri componenti della rosa. Altrimenti il Napoli oggi non si troverebbe in campionato a quattordici punti dall’Inter e a dodici dalla Juventus. Ma è assurdo pensare che con un altro portiere le cose sarebbero andate diversamente. A nostro avviso sarebbero solo potute peggiorare. Kvara si è mangiato un altro gol davanti al portiere, passerà.