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Pak Doo-ik: «L’Italia sottovalutò la nostra Corea, per fortuna non faceste giocare Meroni»

Il Giornale intervista l’uomo che ci mandò a casa nel Mondiale 66. I giornali scrissero che era odontotecnico: «Lavoravo in tipografia»

Pak Doo-ik: «L’Italia sottovalutò la nostra Corea, per fortuna non faceste giocare Meroni»

Pak Doo-ik per decenni è stato considerato l’uomo che ha inferto al calcio italiano la più grande delusione della storia. Poi, in realtà, ne sono arrivate altre, anche peggiori come le due esclusioni consecutive dai Mondiali. Resta l’uomo che nel 1966 eliminò l’Italia di Fabbri dal Mondiale. La Corea del Nord spedì a casa l’Italia. Il Giornale lo intervista in occasione dei suoi ottant’anni.

«Vi ringrazio per gli auguri di compleanno, ma non mi sarei mai sognato che dopo tutto questo tempo qualcuno si ricordasse
ancora di me». Pak Doo-ik domenica spegnerà a Pyongyang ottanta candeline, il “boia” per eccellenza del calcio italiano è vivo e soprattutto ancora in buona salute. 

L’Italia spocchiosa di Mondino Fabbri e il gol dell’odontotecnico Pak Doo-ik, professione inventata di sana pianta dai giornali dell’epoca, che del calciatore nordcoreano non sapevano nulla. «In realtà lavoravo in una tipografia e per me il pallone era solo un hobby», racconta.

Il vantaggio fu amministrato dall’eroica prestazione del portiere Ri Chan Myung. «È vero che il gol ha cambiato la mia vita, ma senza le prestazioni del nostro portiere l’Italia avrebbe pareggiato e anche vinto». L’estremo difensore nordcoreano, alto appena 167 cm, salvò infatti tre palle gol su Perani, Barison e Rivera.

«Sono convinto che ci avete sottovalutati, non sapevate che potevamo giocare a quella velocità». La Corea del Nord aveva grande rispetto per l’Italia, «ma il nostro allenatore tirò un sospiro di sollievo scoprendo che non avrebbe giocato Meroni. Lui diceva che era una specie di brasiliano nato in Italia».

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