ilNapolista

Roma-Napoli, le probabili: dubbio tra Natan e Juan Jesus al fianco di Rrahmani

Zielinski dovrebbe partire titolare. Per la Roma, in dubbio le titolarità di Pellegrini e Belotti.

Roma-Napoli, le probabili: dubbio tra Natan e Juan Jesus al fianco di Rrahmani
Cm Bergamo 25/11/2023 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Natan

Questa sera alle 20:45 ci sarà Roma-Napoli, valida per la 17esima giornata di Serie A.

Secondo quanto riportato da Sky, Corriere dello Sport e Tuttosport, l’undici titolare con cui gli azzurri scenderanno in campo sarà il seguente: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia

Per la Gazzetta dello Sport, invece, i titolari del Napoli saranno: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Natan, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia.

Per quanto riguarda la Roma, nell’undici di partenza scelto da Mourinho, Rui Patricio sarà supportato da Mancini, Llorente e Ndicka; a centrocampo i giallorossi dovrebbero sicuramente contare su Kristensen, Cristante e Paredes, mentre gli altri due che completeranno il reparto saranno scelti tra Bove, Pellegrini e Zalewski; in attacco, Lukaku dovrebbe essere affiancato da Belotti o El Shaarawy.

AURELIO DE LAURENTIIS INTERVISTATO DAL CORSPORT:

«Il primo allenatore che ho contattato è stato Thiago Motta. Non è che ci avessi visto male, eh? Ma lui non se l’è sentita. Perché sai cos’è? Tu vieni a prendere l’eredità di uno che ha vinto lo scudetto in quel modo. E se mi va male, ha pensato, io che cosa faccio? Che poi è la stessa cosa che avrà pensato Spalletti. Avrà detto: io esco da eroi da questa città. Ma chi me lo fa fare a rimettermi in gioco? Poi sono andato su Luis Enrique. Lui ha fatto venire a Napoli i suoi, mi ha tenuto tre giorni fermo, chiedendomi tantissimi soldi. Avevamo anche trovato un quasi accordo, ma poi ha detto di no, perché ambiva a guadagnare di più. Ed è stata la volta di Nagelsmann. Ne ho consultati cinque o sei, non di più. Ma ho detto quaranta come boutade, per mischiare le carte. E alla fine sono arrivato su Garcia. Che in Italia aveva fatto due secondi posti con spogliatoi turbolenti, pieni di giocatori di grande livello».

E la riforma dei campionati?

«Farei subito una Serie E dove E sta per élite. Sole squadre di città con un mero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio».

Ma dalla serie Elite si sale e si scende?

«No, come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiediti quanto incassano. E qualcuno obietta che il senso agonistico verrebbe a mancare. Non è vero niente».

ilnapolista © riproduzione riservata