Manca poco all’arrivo in Rai della terza serie della fiction sul detective Saverio Lamanna, tratta dai gialli di Gaetano Savatteri
Makari, in Sicilia c’è anche legalità: “tanticchia, ma ci stavi”
Da Rai Fiction ci dicono che per vedere la nuova serie (la terza di quattro episodi sempre in prima serata su Rai Uno) di Màkari siamo agli sgoccioli (“Prossimamente”): ma per gli amanti delle avventure dei suoi protagonisti, lo scrittore-detective Saverio Lamanna (Claudio Gioè), il suo fido scudiero Peppe Piccionello (Domenico Centamore) e la sua “fidanzata” – la cameriera-storica dell’arte – Suleima (Ester Pantano), consigliamo di leggere soprattutto i gialli di Gaetano Savatteri.
Lo scrittore 59enne ha creato questo personaggio che nei suoi libri ha quarant’anni appena ed è un giornalista deluso che, dopo essere stato licenziato da un Sottosegretario agli Interni privo di opinioni e di fantasia, si ritira a vivere nella sua casa al mare a Makari: questo borgo marittimo che esiste davvero, ed è un piccolo coacervo di poche case a qualche chilometro da San Vito Lo Capo, affacciato proprio sull’incredibile scenario cha fa da sfondo alla fiction. La montagna che si staglia all’orizzonte è Monte Cofano, che dà il nome alla Riserva Naturale omonima nel territorio del Comune di Custonaci in cui sorgono anche le imponenti cave di marmo in cui è stata ambientata anche una puntata della prima serie.
Ma per entrare bene in questo microcosmo isolano nell’Isola – se non siete tra i 6 milioni di telespettatori delle prime due serie – vi consigliamo la lettura del testo di Gaetano Savatteri Sellerio del 2021 “Quattro indagini a Màkari (352 pagine, 15 euro)”. Scoprirete così che anche se Gioè sta a Saverio Lamanna come Zingaretti sta a Montalbano i personaggi sono molto più caratterizzati di quelli della fiction e che Savatteri è uno scrittore siciliano che non dimentico dell’immensa tradizione letteraria sicula ha una prosa ironica, leggera e smart. Lamanna che ci appare come un farfallone inconcludente è in realtà dotato di spirito di iniziativa e di visione dei dettagli che lo aiutano nella sua casuale e volontaristica attività di detective precario.
Deluso dall’Antimafia e dagli sdegni vacui degli anni precedenti Saverio si trascina da Màkari a Palermo seguendo il filo delle sue avventure sostenuto da una sua personalissima morale umana. Gli scontri verbali con l’amico Piccionello e le docce erotiche con Suleima lo aiutano a trovare ritmo nella vita, mentre impara lo spagnolo da un app gratuita sperando di riuscire nel suo sogno: vendere granite alla mandorla a Formentera. E mentre sorseggia il suo Negroni nel ristorante di Marilù – che è ambientato a Scopello – riscopre la sua terramatta dove c’è anche legalità: “tanticchia, ma ci stavi”.