“I portieri raccolgono con flemma il pallone dalla porta”, si sono abituati. Solo i vecchi calciatori non si rassegnano al cambiamento
Sbagliamo noi, a chiamarli ancora “errori”. Perché siamo vecchi, dinosauri. Ormai la “semiologia” del calcio è cambiata, e quelle brutture da costruzione da dietro che procurano gol agli avversari fanno parte del gioco. Basta vedere la reazione dei portieri dopo aver beccato gol assurdi: “flemmatica” la definisce Jonathan Wilson sul Guardian.
Wilson non è un giornalista qualunque, è uno storico della tattica, uno che per mestiere descrive i cambiamenti del gioco. Ricorda che a Cruyff non importava se il suo portiere all’Ajax Stanley Menzo prendesse gol con i pallonetti a porta vuota: diceva che la cultura calcistica è troppo ossessionata dall’ovvio e dall’attribuzione delle colpe”.
Mumero significativo di gol subiti per perdita di palla del portiere
“Quasi quattro decenni dopo – scrive – sembra che le polarità si siano invertite nel calcio”. Giocare alto è così essenziale per il portiere moderno che uno forte come David de Gea non gioca quasi più. E viene al punto: “Provocare la stampa è parte consapevole del calcio di Roberto De Zerbi”.
Oggi non è cambiato solo il “numero significativo di gol subiti per perdita di possesso palla da parte del portiere, ma anche la risposta sorprendentemente flemmatica. Solo i più vecchi giocatori della vecchia scuola si scagliano ancora contro queste cose”.
Eppure, si domanda Wilson, “i dinosauri hanno completamente torto?”.
Prendi, appunto, il Brighton di De Zerbi: “nessuna squadra ha commesso più errori che hanno portato a un gol rispetto al Brighton in questa stagione. Ma il termine errore inizia a sembrare fuorviante; implica un aspetto negativo quando in realtà ciò che sta accadendo è l’intelligenza del pressing, il possesso viene conquistato dalla squadra attaccante piuttosto che perso dalla squadra che gioca”.
“Sembra che l’intera semiologia del gioco sia rimasta indietro rispetto a ciò che realmente sta accadendo”.
Però intanto appena è calata la forma della squadra “lo splendore di fine estate e inizio autunno si è ridotto a una serie di due vittorie in 12 partite”. Ed “è difficile non chiedersi se un approccio leggermente più conservatore – meno gol regalati, una porta inviolata (l’ultima volta contro l’Arsenal a maggio, cinque partite prima della fine della scorsa stagione) – potrebbe dare risultati migliori“.