Al Messaggero: «Le altre discipline beneficiano delle scarpe ultrainnovative, la nostra no. Il salto in alto è una disciplina traumatica»

Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo nel 2021 e campione del mondo a Budapest nel 2023 per il salto in alto, ha rilasciato una lunga intervista al “Messaggero” dove ha parlato degli obiettivi di quest’anno, tra cui proprio le Olimpiadi.
«Cosa vorrei fare a Parigi? Vincere l’oro, saltando 2,40».
Significato speciale, Gimbo?
«Sarei il primo a vincere due volte le Olimpiadi nel salto in alto: è una disciplina che logora, per questo nessuno ha fatto il bis, non si dura tanto».
E il 2,40?
«Sarebbe record italiano per cominciare, ma soprattutto sarebbe record olimpico. Il che vorrebbe dire che avrei vinto tutte le Olimpiadi che ci sono state, dalla prima a ora».
Lei che farà?
«Sono in partenza per il Sudafrica: 24 giorni di “raduno”, lontano da tutto e da tutti, pensando solo a una cosa, allenarmi duramente. È dieci anni che vado li, ma non penso ad altro. Avrei sempre voluto vedere il Parco Kruger, mai fatto: non voglio distrazioni quando mi alleno, la concentrazione e determinante, lo mi alleno tutti i giorni meno uno l’anno, il Natale».
Perciò ora pedana continua. Al record del mondo non pensa mai? E fermo a 2.45 dal 1993: appena sopra la traversa di una porta di calcio, la scheggia quasi. E quello femminile è addirittura del 1987, 2,09, Stefka Kostadinova. Voi saltatori siete rimasti indietro…
«Colpa della pronazione».
Cioè?
«Tutte le specialità dell’atletica stanno migliorando esponenzialmente, grazie specialmente all’evoluzione tecnologica: centrano le scarpe, centra la fibra di carbonio. Ma i saltatori al momento dello stacco la scarpa si piega verso all’interno e la caviglia pure, e la forza centrifuga ti porta da un’altra parte. La mia è una disciplina traumatica: la fibra di carbonio non aiuterebbe, anzi… C’è un video su Instagram che lo spiega meglio di ogni parola».
Togliamo Tamberi: Paltrinieri o Sinner? Sono i nomi più ricorrenti.
«Greg tutta la vita. Sinner è stato magnifico, sta vivendo un gran momento. Paltrinieri di momenti ne ha vissuti tanti… E poi mi pare che l’unico criterio sia aver vinto un oro olimpico. Sinner è talmente giovane che potrà farlo dopo, due o tre volte».