Accolto il ricorso degli eredi. Per lo stesso reato, Alemao e Careca furono condonati nel 1994
Maradona, accolto il ricorso sulla presunta evasione fiscale (Messaggero)
A tre anni dalla morte di Maradona, i giudici di Cassazione hanno accolto il ricorso degli eredi contro la presunta evasione. La contestazione riguarda un presunto debito di 37 milioni, reclamati dal Fisco per una vertenza legata ai compensi versati dal Napoli a Maradona. Ciò accadde nella seconda metà degli anni ’80, quando nei pagamenti dei diritti d’immagine su conti esteri da parte di due società straniere si configurò un’evasione fiscale di 40 miliardi di lire (oggi 37 milioni di euro).
Lo annuncia il “Messaggero”, che ripercorre i fatti che hanno portato alle accuse.
L’ANTEFATTO
“La vicenda partì a inizio anni Novanta, quando oltre a Maradona furono coinvolti anche due suoi compagni di squadra, i brasiliani Careca e Alemao. Il Napoli e i due giocatori fecero subito ricorso e furono condonati già nel 1994. Ma Diego, nel disordine della sua vita che in quegli anni stava crescendo (era stato trovato positivo alla cocaina nel 1991 e aveva lasciato l’Italia), tentava faticosamente di riprendersi, rientrò nel Mondiale 1994 ma fu di nuovo pescato positivo all’antidoping non impugnò nulla, e si ritrovò inseguito dal Fisco Italiano“.
Da lì iniziò la lunga battaglia fatta di ricorsi e rivolse numerosi appelli (tra cui uno a Silvio Berlusconi). Il Fisco però insisteva e ci furono gli anni dei sequestri. Quando Maradona tornò in Italia, trovò agenti della Tributaria. Nel 2005 gli sequestrarono il cachet da 3 milioni, che aveva ottenuto dalla sua partecipazione a “Ballando con le stelle”. Nel 2006 gli furono requisiti due rolex d’oro dal valore di 11 mila euro.
“Negli anni successivi i legali di Maradona invocarono l’autotutela, chiedendo che fosse esteso anche a lui il condono di cui, per la stessa vicenda, aveva beneficiato il Napoli. Le commissioni tributarie provinciale e regionale rigettarono i ricorsi. Di qui la scelta di andare in Cassazione. Del resto già l’11 marzo 2021, anche in quel caso con Maradona già defunto, la Cassazione aveva stabilito che il calciatore argentino avrebbe potuto beneficiare del condono e che i giudici di merito avrebbero dovuto valutare la sua posizione tributaria solo per il debito eventualmente residuo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate“.
Maradona, fiaccolata dei tifosi fuori allo stadio a 3 anni dalla morte VIDEO
3 anni fa il 25 novembre moriva Diego Armando Maradona all’età di 60 anni in seguito ad un arresto cardiorespiratorio. Maradona “è morto in una casa dove non c’era nemmeno un gabinetto: doveva usare il bagno chimico, come in un camper. E aveva il cuore che pompava solo al 38%, in aritmia e in tachicardia, con ipertensione arteriosa non gestita neppure da un semplice diuretico. Condizioni da terapia intensiva, non certo da assistenza a domicilio, assistenza peraltro solo teorica visto che nessuno si occupava realmente di lui”.